Doverosa premessa: a me della cosiddetta cattiva stampa interessa sì e no. Sì quando la cattiva stampa è mendace, ingannevole, disonesta, dolosamente partigiana: ecco, questo non va bene (tipo la gomitata di Bastoni, per limitarsi a un caso recente e tutto sommato marginale) e allora è giusto discuterne. No quando la cattiva stampa, figlia di scelte editoriali cattive o bizzarre, non fa male a nessuno. Qui, semmai, si esercita un diritto di critica (siamo in democrazia: vale per me, voi e per tutti i direttori del mondo). Oppure ci si diverte. Tipo oggi.
Oggi Gazza e Corriere dello Sport hanno fatto due prime pagine parecchio diverse, pur parlando della stessa giornata di campionato. La Gazza è stata alla verità dei fatti: l’Inter di ieri – incompleta, turnoverizzata, potenzialmente distratta da altri pensieri che non fossero il Lecce – in effetti ha fatto paura e ha respinto ogni tentativo di rimonta altrui vincendo 4-0 in trasferta, decima vittoria di fila nel 2024, terza quaterna consecutiva in campionato. Fa paura anche a me, l’Inter. Il Corriere dello Sport, il cui baricentro di interesse calcistico dovrebbe peraltro essere sotto il Po, ha deciso che la notizia di ieri erano i mille punti di Allegri in serie A (anzi, 1.002: suona pure male).
Dovessi fare un paragone con il tennis, è come se il giorno che Sinner vince il suo primo Slam tu mi fai il titolone sulla millesima palla corta di Sonego.
Ma io credo di sapere com’è andata: Zazzaroni organizza tutto molto prima (infatti è lui stesso, il direttore, a scrivere il fondo su Allegri) (“Allegri come Garibaldi”, i mille, you know), e decide che la notizia, in una giornata di campionato senza big match, sarà comunque quella. Una scelta, bizzarra ma una scelta.
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Certo, i punti li deve fare. Il Frosinone fa passare a Zazza un paio d’ore atroci, rischiando di mandare tutto il suo bel piano all’aria (se anche avessero solo pareggiato – bastava un punto ad Allegri per fare mille – tutta l’enfasi sarebbe stata più che grottesca, direi patologica). Poi Rugani segna al 95′, sono le due e mezza del pomeriggio, c’è tutta una giornata davanti per cazzeggiare, Allegri ha passato quota mille e bòn, la prima pagina è fatta. Un’aggiustatina al fondo – dando un peso eccessivo a una vittoria col Frosinone al 95′, manco fosse una semifinale di Champions – e via.
Dispiace solo per i lettori del Corriere dello Sport, cui il loro giornale preferito rappresenta una strana realtà, in cui la squadra che sta ammazzando il campionato viene relegata in un sottotitolo cinque volte più piccolo del titolone di Allegri per un record che, di solito, vale il box dentro a un pezzo, non certo una prima pagina. Sembra uno di quei Gp di Formula 1 in cui Verstappen non viene mai inquadrato perchè dopo due giri è già troppo avanti e lo si vede un’oretta e mezzo dopo sul podio, che quasi ti viene da chiedere se davvero c’era anche lui in una gara in cui ti hanno fatto vedere tutti i cambi gomme e gli scazzi tra Stroll e Magnussen per il tredicesimo posto.
In questo, i giornali li capisco. Bisogna tenere alto l’interesse di un campionato dove la protagonista è una sola e le altre diciannove fanno e disfano. Anche la Gazza, disperatamente, ci ha provato trovando un record per il povero Vlahovic: nel 2024 ha segnato più di Haaland e Mpabbè. Beh, sapete come si fa, no? Dai una controllata ai vari campionati europei, cerchi tra i cannonieri quelli che stanno segnando poco, tipo Haaland che non ha fatto gol per un mese e mezzo, e ci fai la tabellina propiziatoria.
“Scusa, ma nel 2023 com’era andata? No, chiedo per un amico”.
Nel 2023? Ecco, i soliti malpensanti. Nel 2023 Vlahovic non aveva i soldi per prendere il taxi, la tintoria non gli aveva portato il tight, era crollata la casa, c’è stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette!
“Ma quando pubblicate la tabella ultimi mesi 2023 + primi due mesi 2024? Scusa, ma il mio amico rompe il cazzo”.
Vabbe’, ma chi se ne frega? Lautaro ce l’abbiamo noi. Comunque anche la Gazza ha dedicato 5 pagine a Juve-Frosinone: quasi mi sto convincendo che sia stato un partitone. Del resto tra gente che si abbracciava tipo catasta umana e altri che piangevano, forse su Juve-Frosinone ci stanno nascondendo qualcosa. Oppure – se lo dicono i giornali – siamo noi che non capiamo una sega di pallone, uno sport sicuramente in declino se la Juve – la Juve! – è a meno 9 con asterisco.
(per l’angolo Podcast, giunto all’episodio #47, vi ricordo che io e il mio socio aspirante pensionato, il mitico Max, attendiamo sempre i vostri vocali al numero dedicato Whatsapp 351 351 2355. Cosa dovete dire? Quello che vi pare. Tenete conto che è pur sempre il podcast dell’interismo moderno e che l’Inter sta dominando la scena del calcio italiano, europeo e universale. Non vedo perché dovreste divagare) (ma se divagate va bene istéss)
(il podcast , oltre che su Spreaker – il cui player trovate qui sul blog – lo potete ascoltare anche su Spotify, Audible, Apple Podcast, Google Podcast e tutte le principali piattaforme. Non lo trovate? Prendete appunti – non è difficile – : scrivete “Settore” o “interismo moderno” nell’apposito campo e per incanto vi apparirà. Oppure, certo, potete non ascoltarlo. Potrei considerarla come un’intrinseca adesione allo juventinismo)