Castellammare del Golfo (Tp), 24 maggio 2024
Solo una volta mi era capitato di essere in vacanza e lontano da casa nel giorno in cui succedeva una cosa molto importante per l’Inter. Era il 26 luglio 2006 e mi trovavo a Gressoney: ora di cena, le mie figlie sedute a tavola – sapete, quelle scene tenere tipo uccellini implumi nel nido che aspettano che il papà arrivi dal cielo con qualcosa da mangiare – stavo scolando la pasta quando il Tg3 mi informava che ci avevano assegnato lo scudetto, tolto come giusto che fosse alla banda Bassotti. Festeggiai così, molto sobriamente – mi stappai una birra, se non ricordo male. Vabbe’, era già tutto nell’aria, ma era un momento clamorosamente importante per almeno due motivi: 1) si ristabilivano alcune regole elementari nel vivere civile e sportivo, e 2) si vinceva uno scudetto dopo 17 anni. Poi c’era il problema del blog. Ero ancora nella fase anonimato assoluto, totale, familiari compresi. Per cui durante quella breve vacanza in montagna ogni tanto commettevo il reato di abbandono di minore: “Ragazze, vado al supermercato” e invece andavo nell’unico internet point del paesello a scrivere di getto i post e tornavo. “Scusa, non hai comprato niente?” “No, era chiuso per una valanga”, “Ma è il 26 luglio”, “Pare si sia staccato un iceberg dal ghiacciaio”, “Ah”.
Stavolta succede un cataclisma societario del tutto inedito e io sono nella lontana Sicilia, che è una terra molto ospitale soprattutto se rapportata a Pavia, la città meno ospitale dell’emisfero boreale, dove l’ultimo sorriso di una commessa di un negozio è stato registrato nel secolo scorso, durante il primo governo Prodi. Qui invece il ristoratore più musone ti racconta la sua vita e ti offre un liquore fatto in casa a fine cena, un evento che a Pavia risale al 1976 (e probabilmente il ristoratore era siciliano). E siccome queste vacanze fuori stagione sono un piccolo lusso – meno casino, meno caldo, meno code – me le sto godendo. Nel momento in cui era chiaro che Zhang non avrebbe restituito quei tipo 400 milioni a Oaktree e che Oaktree si sarebbe tenuto l’Inter – l’Inter! la mia Inter! -, io ero a San Vito lo Capo, una località che tra qualche settimana sarà una specie di Gallipoli siciliana ma che adesso è a misura di uno schizzinoso come me, e siccome stavo alternando brevi bagni in una delle acque più limpide mai viste a brevi merende a base di pane cunzato, quando ho letto sullo smartphone le ultime news mi sono messo a sedere sul bagnasciuga e ho detto:
“Minchia”.
Nelle ultime ore, la situazione non è migliorata. Non ho capito un cazzo del comunicato ufficiale, una roba che ci vuole un master alla Bocconi e io ho fatto il classico a Voghera. Le conseguenze mi sono invece chiare, ma a me questi di Oaktree potrebbero anche stare simpatici se manterranno quello che promettono. Mi provoca un sussulto interiore parlare di Inter come di un asset, ma va bene così: cari ‘mericani, tenete alto il più possibile il valore del vostro asset, noi siamo solo contenti.
Ascolta “Il podcast siete voi! (letteralmente)” su Spreaker.
Cosa si prova a essere di proprietà di un fondo? Cosa ci succederà di preciso nei prossimi mesi? Io sono fiducioso. Credo sia l’ultimo bicchierino di marsala homemade al profumo di carruba, ma sono fiducioso. Quanto a Zhang, la stranezza di questo calcio moderno ci costringe a salutare frettolosamente un presidente che ha portato in bacheca lo stesso numero di trofei di Moratti padre (anche se non dello stesso peso) ed è secondo nella nostra storia solo a Moratti figlio. L’era cinese poteva essere meravigliosa ma l’incanto è durato poco, per i noti motivi. Ma gli Zhang hanno onorato l’impegno con l’Inter riportandoci ai massimi livelli. Non potevamo continuare così, questo era chiaro. Il futuro è tutto da scrivere, ma siamo in buone mani – parlo della liquidità, della solidità, anche se gestire prestigiose società di calcio non rientra nelle loro strette competenze.
Comunque, finchè sono in Sicilia posso far finta che non sia successo niente. Guardare attonito il soffitto sarà la mia prima occupazione al ritorno a Pavia. Adesso sono sereno: niente Gazza e solo pane cunzato, non potete capire che razza di sciccheria è.
(per l’angolo Podcast, giunto all’episodio #66, vi ricordo che io e il mio socio aspirante pensionato, il mitico Max, attendiamo sempre i vostri vocali al numero dedicato Whatsapp 351 351 2355. Cosa dovete dire? Quello che vi pare. Cioè, tifate Inter, avete venti scudetti e due stelle, siete di proprietà di un fondo: avrete un sacco di argomenti, no?)
(il podcast, oltre che su Spreaker – il cui player trovate qui sul blog – lo potete ascoltare anche su Spotify, Audible, Apple Podcast, Google Podcast e tutte le principali piattaforme. Non lo trovate? Prendete appunti – non è difficile – : scrivete “Settore” o “interismo moderno” nell’apposito campo e per incanto vi apparirà. Ci riuscirebbe anche uno juventino)