
Tra farfalle (Raffaeli, prima volta nella storia) e rudi sollevatori (Pizzolato, non male per un ex maratoneta over 65) adesso piovono bronzi, oltre ai soliti quarti posti (compreso quello di Acerenza nella putrida Senna, cioè, uno nuota per 10 km nell’escherichia coli e arriva quarto, c’è da uscire di testa). Il quarto posto più deludente è stato quello della pallavolo, che si è sciolta sul più bello con due 0-3 che lasciano spazio solo ai rimpianti. Oggi hanno perso contro la formazione vintage degli Stati Uniti, non bene, ma ci hanno comunque fatto divertire.
Saluto comunque con sollievo la fine della pallavolo. Ora ho capito perchè la cerimonia inaugurale è stata all’insegna del tunz-e-tunz-e-tunz: perchè l’intera Olimpiade è disseminata di tunz-e-tunz-e-tunz e la pallavolo è stato lo sport più tunz-e-tunz di tutti, in relazione alla tradizione e alla popolarità. Voglio dire: skate e breaking sono stati molto tunz-e-tunz, ma sta un po’ nelle cose (per quanto vedere assegnare medaglie a gente che balla è stato un colpo al cuore). Il volley invece è diventata una insopportabile roba per gggiovani: a ogni time out e pausa set parte la musica a palla, dalla techno a “Sarà perchè ti amo”, non la trovate una spaventosa corruzione dei costumi? Per me l’Olimpiade è una roba un po’ ieratica, con i suoi riti, le sue solennità. Non me la puoi ridurre a una cosa tunz-e-tunz-e-tunz, dopo un po’ a un anziano come me girano i coglioni.
Il pubblico è diventato molto tunz-etunz, si è adeguato all’andazzo, anzi, ne è il protagonista, gente che per un’inquadratura venderebbe la madre, gente che balla e si prostituisce davanti agli obiettivi. E anche gli atleti si stanno adeguando al tunz-e-tunz-e-tunz. La ginnastica maschile, per esempio. Le esultanze e le attese dei punteggi sono diventando uno spettacolo nello spettacolo. Una spettacolo horror per gggiovani, tipo quei filmacci sui vampiri un po’ fluidi. La squadra giapponese aveva reazioni così isteriche che quando hanno annunciato che avevano vinto l’oro ho pensato che qualcuno morisse sul posto per l’emozione, oppure che a un certo punto iniziassero a sgozzarsi l’un con l’altro, tipo gli abitanti di Masada, urlando “Nessuno potrà mai batterci, maiali occidentali”, e mentre la chiazza rossa si allargava sulla pedana tutto il pubblico applaudiva e ballava tunz-e-tunz-e-tunz.
E’ ovvio che da tutto ciò è impossibile tornare indietro. Probabilmente si peggiorerà. E io non saprò più cosa fare. *
*) non è vero, saprò benissimo cosa fare: guarderò tutto, come al solito. Adesso ‘sta cosa del tunz-e-tunz la sto un po’ drammatizzando, il problema è che sto cercando di agevolare il distacco dalle Olimpiadi, che sarà lacerante. Mi mancherà tutto, tranne il tunz-e-tunz-e-tunz.