Uomini che piacciono alle donne / 3 (special edition)

Alzi la mano chi non abbia nutrito almeno un minimo dubbio che la clamorosa storia di amore interista e di interismo amoroso di Roni e Mara, che avevo raccontato qualche giorno fa, fosse una fiction. Cioè, dai: due interisti fino al midollo che si conoscono il 22 maggio 2010 andando a Madrid e si sposano il 22 maggio 2020. Non è incredibile? E invece, ovviamente, era tutto vero. E bellissimo, nostante questo Covid di merda abbia costretto i due piccioncini a una cerimonia in versione ridotta rispetto al wedding party stile Ferragnez che avevano organizzato e che – così assicurano i piccioncini – si terrà nel 2021, rinviato di un anno come altri grandi eventi tipo gli Europei e le Olimpiadi. In queste foto, che Roni gentilmente mi ha inviato a corredo del suo 22 maggio, ecco il momento della regolarizzazione burocratica di una coppia che durava già da 10 anni, con splendido figlio annesso. Mara sfoggia un bel vestito con motivo floreale, mentre Roni si è agghindato un po’ alla viveur tipo Guido Nicheli in “Abbronzatissimi”. La sciarpa è quella originale del 22 maggio 2010, quella che indossavano mentre già limonavano sugli spalti del Bernabeu. Siate felici, noi lo siamo per voi.

Ho sempre mascherato e ridotto a una semplice iniziale – così, un po’ per la privacy e un po’ anche un po’ per ridere – gli amici che mi hanno mandato la foto con il libro. Ma come faccio a mascherare Andrea? Il disegno della copertina è suo e lo avevo già raccontato qui. E ora che mi ha mandato pure le sue foto, colgo l’occasione per dire due cose. La prima: che più la riguardo, la copertina, e più mi piace. Grazie al tocco di Andrea, il libro è proprio un bell’oggetto. La seconda: il disegno – con cui potevo correre il rischio di apparire autoreferenziale, e invece proprio no – comunica con esattezza il contenuto, il tono, il registro, lo spirito, la passione, l’ironia del libro. Del resto Andrea fa proprio questo di mestiere: trasforma concetti e formule in disegno. E ci riesce proprio bene. Nelle foto, frammenti di interismo da casa Bianchi Carnevale: simpatica performance carceraria di Andrea e foto con sorriso smagliante della mamma, che gli ha trasmesso l’interismo e che a oggi – maledetto lockdown, che ci hai negato la socialità, le presentazioni, gli aperitivi, le pizze, tutto – è l’unica persona al mondo che possa sfoggiare la dedica dell’autore sul libro, grazie a una serie di incontri clandestini che i carbonari al confronto sono giovani marmotte.

Nel mio libro ci sono persone con cui ho condiviso anni, mesi, giorni, ore o anche solo 5 minuti. Tipo Matteo, interista di Prato, che nel glorioso 2010 leggeva il blog e che un giorno mi scrive per sapere se sarei andato a vedere Inter-Cska. Sì, gli rispondo. Ci sarà anche il mio amico Daniele, ci vediamo 5 minuti prima di entrare? Certo che sì, gli ri-rispondo. Puntualissimi, ci siamo trovati nel luogo stabilito (c’era anche mia figlia maggiore). Convenevoli, abbracci, quattro parole, foto di rito, in bocca al lupo, ciao. Cinque minuti, appunto. Ma siccome “Il Triplete è merito mio” è il diario minuzioso di quei quattro mesi magici, i 5 minuti con Matteo e Daniele (e pure la foto) sono stati minuziosamente riportati. Ed eccolì qui (non li maschero, sono sul libro!), ancora insieme, ancora assolutamente interisti, 10 anni dopo. Nel frattempo le barbe imbiancano e le famiglie si ingrandiscono. Daniele, la prima figlia, l’ha chiamata come la mia. Viva la vita, viva l’Inter (Milan odioso, Juve merda).

Questo, ve ne sarete accorti, è anche lo speciale “Uomini che sono nel libro”. E chiudo la rassegna con quest’uomo – guida spirituale dell’interismo padano, cappellano militare dei gufi, provocatore di pagnolade, salvatore di pecorelle smarrite tipo Joao Mario – cui voglio molto bene. Grazie alla sua intercessione, tra l’altro, sono andato a Madrid. In pratica, non solo il Triplete è anche merito suo, ma un po’ anche il libro. In alto i cuori.

E infine, “Uomini che vanno ben oltre” (o “Uomini che piacciono alle nonne”, come lui stesso suggerisce. G., già protagonista di questi giorni celebrativi con una prestigiosa doppietta recensione più foto, si erge a paladino dell’editoria italiana e mostra (con orgoglio e sguardo fascinoso)  la ricevuta d’acquisto di altre due copie (e fanno tre) nel mio librettino. Ragazzi, se fossero tutti come G. l’industria del libro trainerebbe l’Italia nel post Covid. Cosa se ne faccia di tre copie, peraltro, resta un mistero che non voglio approfondire.

COMUNICAZIONI DI SETTORE. Tra un po’ si ricomincia, pare. In attesa del calcio asettico e silenzioso che ci aspetta, se volete far durare l’anniversario del Triplete un po’ di più, continuate pure a mandarmi le foto e la storia del vostro Triplete, del vostro 22 maggio, robe così, tra amici. Non temete se non vi ritenete all’altezza del Nobel per la Letteratura: se vi fidate sistemo io. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto sfornato da Settore”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e sarete esposti al pubblico ludibrio, con la riconoscenza di tutti.

MILANO (NEW!). Agli amici e alle amiche di Milano, che nelle scorse settimane hanno intasato la mia mail (non è vero: mi ha scritto uno) e il mio telefono (non è vero: mi hanno whatsappato due, forse tre) non spiegandosi perché mai il libro non fosse in vendita a Milano, la capitale morale del Paese, ecco, sono lieto di annunciare che il libro è stato fisicamente spedito e dovrebbe essere arrivato alla Libreria dello Sport di via Carducci. Per evitare inutili assembramenti, non metteteti in fila già ora (tipo quando esce il nuovo iPhone): magari date un colpo di telefono, ecco.

INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Su Ibs. it c’è scritto “disponibile in tre settimane”: in realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere. Infine, se proprio non ce la fate, potete fare una cosa simpaticamente old style: scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione. Nel senso che Giorgio – uomo efficiente, onesto e ovviamente interista – il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio direttamente al vostro domicilio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).

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Il Triplete è (anche) merito mio / 5

di LUCA

Quell’abbraccio lungo una vita.

Vidi la semifinale di Barcellona seduto sul divano, da solo, in un casa piccola e con un televisore a misura di casa. First, il mio cane, quella sera aveva capito e non venne a sedersi al mio fianco com’era solito fare. Ci provava, anzi, poveretto, saliva, si sdraiava vicino ma dopo pochi secondi scendeva, saliva di nuovo e riscendeva. Così per 96 minuti.

Un inferno per tutti. Per lei no. Aurelia aveva appena 7 mesi, la cullavo col piede, trasformava la nevrosi del dondolio in una sorriso dolcissimo, perenne. Lei forse sapeva. Non parlavo, non commentavo, non inveivo, soffrivo una trance agonistica opposta alla intensità del match.

Con lui ne parlammo solo dopo quella notte, prima non si doveva neanche far finta di pensarci. Era stato il nostro patto segreto, ne facemmo altri di quei patti segreti, anche dopo. Al fischio finale stremato ebbi solo la forza di mandargli un messaggio fatto di poche parole: “Andiamo, ora o mai più”. Sapevamo bene entrambi che la nostra storia di tifosi adolescenti si sarebbe conclusa da quarantenni a Madrid . Dopo quella avventura, comunque fossero andate le cose, la nostra passione sarebbe cambiata. Non finita, mutata. Non avremmo più inseguito quel sogno con lo stesso vigore, con la stessa volontà, con le stesse tensioni, con gli stessi entusiasmi. 10 anni fa in Italia c’erano circa 4 milioni di tifosi interisti, 70 milioni nel mondo, moltissimi dei quali, anche noi, neanche nati quando Herrera, Mazzola, Milani e Jair avevano portato la squadra, per due volte, sul tetto d’Europa.

Più o meno 20.000 erano i biglietti a disposizione per la finale di Madrid. Una manciata di biglietti per tre generazioni di tifosi: una impresa ai limiti dell’impossibile. Un rapido calcolo statistico ci diceva che, rapportando la richiesta di 300.000 persone (tante furono le domande arrivate in sede), con i 20.000 biglietti disponibili il risultato sarebbe stato: 2 a Madrid, 30 sul divano.

Furono giorni lunghissimi, diventava difficile; i canali degli Inter club erano impossibili da attivare, il nostro era sempre stato un tifo indipendente, libero da legami. Solo Lei, la maglia. I giorni passavano, e le speranze si affievolivano quando a quattro giorni dalla partita Claudio mi disse che potevo chiamare in sede per conto del suo amico Piero. avrebbe cercato di aiutarci. Il 17 Maggio alle ore 21:08 ricevemmo la conferma della disponibilità. Cosi fu.

Arrivati a Madrid con voli taxi da Malpensa, le nostre strade si divisero per qualche ora per per poi ritrovarci nei presso dello stadio. Per molti il Santiago Bernabeu era lo stadio della vittoria del mondiale ‘82, di Pertini tifoso che diceva a Re Juan Carlos, agitandosi “non ci prendono più”. Un ricordo felice, insomma. Per noi invece era lo stadio dove Carlós Alonso Gonzales detto Santilliana, in cinque anni da centravanti del Real, ci aveva fatto 6 gol eliminandoci dalle coppe 4 volte su 4. Nulla di cui essere sereni, insomma.

Era già tempo di entrare ma dovemmo separarci. I nostri biglietti non erano dello stesso settore, avremmo potuto fare qualcosa per essere vicini ma preferimmo lasciare tutto così com’era stato stabilito. Ça va sans dire. Il resto è storia. I ragazzi fecero quello che oggi è scritto nelle enciclopedie dello sport alla voce TRIPLETE. In una sera di maggio il sogno di molti e l’incubo di moltissimi altri si realizzò pienamente. Ci trovammo poi, fuori, colmi di una gioia tanto irrazionale quanto impossibile da descrivere e con un tatuaggio nel cuore, uguale, identico. Ci abbracciammo, saltando e cantando per un tempo che ci parve lunghissimo.

Ce lo siamo raccontato, quell’abbraccio, centinaia di volte, come fosse accaduto il giorno prima. Fu il più lungo scambiatoci in una vita di amicizia. Non l’ho più riabbracciato in quel modo. Non abbiamo neanche una foto insieme di quella notte memorabile, meglio così, non ce la saremmo raccontata così tante volte se ci fossero state delle foto. E neanche l’avrei
raccontata a voi quella lunga notte di Maggio.

L’immagine da ricordare è quell’abbraccio, quell’abbraccio lungo una vita e il nostro tatuaggio sul cuore. Ciao amico mio, noi c’eravamo quella notte di 10 anni fa.


COMUNICAZIONI DI SETTORE. Tra un po’ si ricomincia, pare. In attesa del calcio asettico e silenzioso che ci aspetta, se volete far durare l’anniversario del Triplete un po’ di più, continuate pure a mandarmi le foto e la storia del vostro Triplete, del vostro 22 maggio, robe così, tra amici. Non temete se non vi ritenete all’altezza del Nobel per la Letteratura: se vi fidate sistemo io. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto sfornato da Settore”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e sarete esposti al pubblico ludibrio, con la riconoscenza di tutti.

MILANO (NEW!). Agli amici e alle amiche di Milano, che nelle scorse settimane hanno intasato la mia mail (non è vero: mi ha scritto uno) e il mio telefono (non è vero: mi hanno whatsappato due, forse tre) non spiegandosi perché mai il libro non fosse in vendita a Milano, la capitale morale del Paese, ecco, sono lieto di annunciare che il libro è stato fisicamente spedito e sarà disponibile a giorni, forse a ore, alla Libreria dello Sport di via Carducci. Tipo che sabato 6 dovrebbe esserci, a occhio.

INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Su Ibs. it c’è scritto “disponibile in tre settimane”: in realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere. Infine, se proprio non ce la fate, potete fare una cosa simpaticamente old style: scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione. Nel senso che Giorgio – uomo efficiente, onesto e ovviamente interista – il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio direttamente al vostro domicilio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).



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Il Triplete è (anche) merito mio / 4

di TOTO (o TOTO’)

Ciao Sectuàr. Sono Antonio per Facebook, Toto (o Totò, che mi piace di più per le mie origini) per il tuo blog, Tony per gli amici e su WhatsApp

Nell’inviarti la rituale foto col tuo libro (che sto centellinando poche pagine per volta per goderne a lungo), ti racconto il mio triplete. La faccio breve.

È molto semplice.

Partite viste sempre a casa, sulla stessa sedia (meglio se scomoda, vade retro divano). Dai quarti fino alla finale di Champions League, menu fisso. Che vuol dire per me sempre la stessa pizza, presa da asporto alla stessa pizzeria sotto casa, con gli stessi amici e famiglia, consumata rigorosamente e velocissimamente nell’intervallo.

Poi, al fischio finale di Madrid, corsa veloce in armadio per indossare la mia maglia (non tarocca) TONY numero 63. Prima non ho osato metterla per scaramanzia tutta da tifosotto campano. Quindi visione della premiazione e trasferimento in città per lungo festeggiamento in piazza con altri parenti e amici, con i quali non avevo potuto condividere la visione, causa la scaramanzia di cui sopra.

Un abbraccio, sei un grande. Antonio, alias TOTO, alias TOTÒ, alias Tony.

COMUNICAZIONI DI SETTORE. Facciamo durare l’anniversario del Triplete un po’ di più? Così, alla buona, tra amici. Mandatemi le foto e la storia del vostro Triplete, del vostro 22 maggio, robe così. Avete difficoltà con la lingua italiana? Avevate 5 alla Scuola Radio Elettra? La vostra prof quando vi vede si mette a ridere? Non temete, se vi fidate sistemo io. Dai, su, quando ci ricapita di festeggiare? Quindi, se volete scrivere qualcosa del vostro Triplete, scrivete copiosi. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese simbolicamente vi ringrazierà. Io vi ringrazierò di sicuro, amici.

MILANO (NEW!). Agli amici e alle amiche di Milano (che vivono a Milano, che frequentano Milano, che lavorano a Milano, che hanno parenti a Milano, che fanno shopping a Milano, che fanno sport a Milano, che hanno l’amante a Milano, che vanno a farsi fare massaggi dalle cinesi a Milano) sono lieto di annunciare che tipo dal 5 o 6 giugno il libro sarà disponibile alla Libreria dello Sport di via Carducci. Vi farò sapere con maggiore precisione. Anzi, vi farò sapere quando il libro sarà fisicamente là. Cioè, non assembratevi inutilmente in via Carducci: vi multano pure.

INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Su Ibs. it c’è scritto “disponibile in tre settimane”: in realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere. Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio – uomo efficiente se ce n’è uno, ed è pure interista – vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).

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Il Triplete è (anche) merito mio / 3

di LOTHAR

Allora: col vicino che a Madrid ci va per davvero, e io che causa lavoro proprio non posso seguirlo, già essere presente a un raduno di puri nerazzurri del mio paese, a 20 km da Udine, é un successo. Conosco quasi tutti i presenti, il mio paese è piccolo, ma vedere certe facce e scoprirli interisti mi inebria di gioia e stupore al tempo stesso, una bellissima sorpresa! Per una sera, il tendone presso il baretto della squadra del posto é il nostro piccolo Bernabeu. La serata scorre tra birre a fiumi, grigliate servite da un mio caro amico rossonero costretto a essere lì perché il figlio dodicenne è interistissimo (ah ah!), grida canti e apoteosi finale come nel più perfetto dei sogni.

C’era, ricordo, una tale fiducia che ce l’avremmo fatta, e che nulla ci avrebbe ormai fermati, che sul due a zero abbiamo iniziato a partire coi caroselli. E via per i covi sportivi del paese,  a stanare gli amici di sempre, milanisti o rubentini, uah uah! Ma siccome il giorno dopo dovevo essere entro le 10 all’imbocco della salita per lo Zoncolan (che sarebbe poi stata chiusa per il passaggio del Giro d’Italia), la festa Champions é durata fino al mattino del giorno dopo.

E quindi dopo la notte in bianco – beh, nerazzurra – pronti-via e in scooter si va all’attacco del mitico passo a 1750 metri, 100.000 persone previste a incitare la carovana rosa, uno spettacolo per gli occhi. Vinse la tappa Ivan Basso, che poi vinse il Giro.

A un certo punto, addocchio un bel paccone di Gazzette più o meno abbandonate in uno dei tanti chioschi del Giro, e mi produco in questa impresa: dopo aver tappezzato di Gazze un bel prato lassù in cima, mi faccio fare questo scatto. Confesso che, nel mio cuore, per un momento ho pensato che questa mia performance potesse godere di una ripresa aerea dall’elicottero, come fanno spesso al Giro per immortalare qualche tifoso un po’ originale, diciamo. Al Giro la gente sta lì per il ciclismo, e distendersi sul prato in mezzo a prime pagine dedicate al calcio ha creato in qualcuno un certo imbarazzo, ma a me non me ne poteva fregar de meno. Grazie Inter, forever!

P. S.: il foulard che porto in grembo é il mio battesimo nerazzurro, ricevuto da mio padre a 8 anni (quindi 44 anni fa), per me è un vero simbolo di fede. Un bel bandierone nerazzurro ha invece garrito per 365 giorni dalla terrazza di casa mia, così che nessuno nei dintorni potesse dimenticare ciò che é accaduto nel mese di maggio del 2010.

COMUNICAZIONI DI SETTORE. Facciamo durare l’anniversario del Triplete un po’ di più? Così, alla buona, tra amici. Mandatemi le foto e la storia del vostro Triplete, del vostro 22 maggio, robe così. Avete difficoltà con la lingua italiana? Avevate 5 alla Scuola Radio Elettra? La vostra prof quando vi vede si mette a ridere? Non temete, se vi fidate sistemo io. Dai, su, quando ci ricapita di festeggiare? Quindi, se volete scrivere qualcosa del vostro Triplete, scrivete copiosi. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese simbolicamente vi ringrazierà. Io vi ringrazierò di sicuro, amici.

MILANO (NEW!). Agli amici e alle amiche di Milano (che vivono a Milano, che frequentano Milano, che lavorano a Milano, che hanno parenti a Milano, che fanno shopping a Milano, che fanno sport a Milano, che hanno l’amante a Milano, che vanno a farsi fare massaggi dalle cinesi a Milano) sono lieto di annunciare che tipo dal 5 o 6 giugno il libro sarà disponibile alla Libreria dello Sport di via Carducci. Vi farò sapere con maggiore precisione. Anzi, vi farò sapere quando il libro sarà fisicamente là. Cioè, non assembratevi inutilmente in via Carducci: vi multano pure.

INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Su Ibs. it c’è scritto “disponibile in tre settimane”: in realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere. Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio – uomo efficiente se ce n’è uno, ed è pure interista – vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).

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Il Triplete è (anche) merito mio / 2

di MASSIMO CAVALLI

22.5.2010. In finale, 38 anni dopo quella persa contro l’Ajax di Cruijff, ma soprattutto 45 anni dopo quella vinta a San Siro contro il Benfica di Eusebio. Entrambe non viste per ragioni anagrafiche. Impossibile da udire alla tv, il triplice fischio dell’arbitro di Barcellona-Inter mi lascia un po’ rintronato: da un lato l’ebbrezza per il traguardo raggiunto, l’orgoglio per aver eliminato la più forte squadra del terzo millennio in un memorabile doppio confronto; dall’altro la sofferenza degli ultimi minuti, la paura per la seconda rete blaugrana annullata nella bolgia del Camp Nou, il timore di veder svanire un sogno nato negli ultimi 5 minuti della partita di Kiev e costruito con 6 vittorie consecutive, la stanchezza per una partita giocata per oltre un’ora in 10, con la tattica mourinhana di “parcheggiare la portaerei davanti alla nostra porta” e di concedere il possesso palla ai nostri avversari per evitare i pericoli del pressing di Guardiola.

La mattina seguente comincia l’attesa per la ricerca del biglietto. Non si sa ancora come verrà gestita la vendita dei 21.000 tagliandi riservati all’Inter. Ma è facile prevedere che l’impresa sarà ardua. Intanto, in Germania il Bayern Monaco procede ad un’efficiente vendita via internet – abbinata ad un sorteggio – dei suoi 21.000 biglietti. Dopo oltre una settimana, inizia lo stillicidio di informazioni ufficiose: una parte dei biglietti sarà messa in vendita per gli abbonati, un’altra riservata ai soci degli Inter Club, il resto sarà venduto da una società incaricata di organizzare 40 voli charter.

I primi tentativi di contatto con l’organizzatrice dei charter non hanno successo. Su internet trovo offerte di biglietti venduti dall’Uefa nei mesi precedenti, ma a prezzi esorbitanti. Spargo la voce tra gli amici interisti: alcuni sono riusciti ad acquistare il prezioso titolo di ingresso, ma nessuno ne ha uno da cederne. La finale si avvicina, cresce il mio pessimismo. A pochi giorni dal match ricevo un’insperata offerta da uno degli sponsor della Champions League, con cui ho rapporti di lavoro: cerco di contenere l’emozione, inferiore però alla delusione provata nel momento in cui ricevo la conferma che le rigide regole dell’azienda di cui sono dipendente mi impediscono di accettare l’agognato tagliando.

Poi il colpo di scena. Un amico mi chiama dicendo che ha un biglietto da vendere. Il suo vicino di posto è riuscito a trovare altri 2 tagliandi, per sè e per il figlio, in un altro settore. E’ un super biglietto: primo anello, decima fila, 300 euro il prezzo ufficiale. Ho un po’ di imbarazzo a comunicarlo a mia moglie, ma come dice Luigi, altro amico interista, “è un costo che si ammortizza in 45 anni”. L’ammortamento però è destinato a lievitare più di quanto mi aspettassi. Essendo ormai sotto data, i prezzi di voli e alberghi hanno raggiunto quotazioni esorbitanti. I voli Milano-Madrid costano oltre 1.000 euro andata e ritorno; una notte in albergo supera i 300 euro. Lavoro febbrilmente per trovare una soluzione più economica. I blog di interisti sono una fucina di idee: riesco a prenotare un viaggio per poche centinaia di euro: andata Milano-Madrid via Barcellona, con una compagnia aerea low cost; ritorno col treno ad alta velocità Madrid-Barcellona, abbinato ad un volo Barcellona-Milano. Un paio di conoscenti residenti a Madrid sono pronti ad offrirmi ospitalità di fortuna, che declino 2 giorni prima della partenza grazie a un’offerta last minute di una camera.

E’ la mia seconda partita in trasferta. Il precedente è inquietante. Lazio-Inter del 5 maggio 2002: molto semplice da organizzare, ma assai ardua da metabolizzare; ricordo ancora due stralci di conversazione al cellulare uditi da un paio di tifosi durante il viaggio di ritorno da Roma a Milano in treno: “Per fortuna che la Lega ha avuto un exploit nelle elezioni comunali di oggi: almeno domani sui mass media non si parlerà d’altro”; e “Dai mamma, non infierire!”. Ritrovo una maglia edizione 1992-1995, sponsor “Fiorucci”, che credo appartenesse a mio fratello, e un drappo nerazzurro dei primi anni ottanta, che riadatto a sciarpa estiva.

Arriva il 22 maggio. Sveglia all’alba e colazione a Malpensa, dove incrocio casualmente i primi amici. In aereo l’atmosfera è da gita scolastica; lo scalo all’aeroporto di Barcellona suscita un certo orgoglio. E’ la prima finale giocata di sabato. In un clima già estivo, Madrid è invasa dagli stranieri, che la percorrono a zonzo, in attesa della partita. Tra le tifoserie c’è un’atmosfera olimpica, o meglio da Oktoberfest: nelle piazze principali si brinda con boccali di birra. Alcune stazioni della metropolitana sono congestionate: la coda comincia già sulle scale a bordo strada. Con 4 amici incontrati per caso salgo in qualche modo su un vagone: appena entrati, realizziamo di essere gli unici interisti, circondati da una moltitudine di tifosi del Bayern: si accorgono di noi, ci salutano e si mettono a intonare canti su ex più o meno famosi, Trapattoni e Rizzitelli.

Mi avvicino lentamente al Santiago Bernabeu, il “catino vertical” come lo descrive Fabio, uno dei tanti che per acquistare il biglietto della finale ha trascorso una notte in coda fuori dalla sede centrale della Banca Popolare di Milano. Ai controlli all’ingresso dello stadio mi ritrovo di fianco a Salvatore Bagni, sudato nel suo abito da commentatore televisivo. Sopra la mia testa, dalla ringhiera del secondo anello, spiove un poster gigante: la foto di Rumenigge che pubblicizza il formaggino Grunland. Contrastano le coreografie dei tifosi: pirotecnica quella della curva nerazzurra, che ci ha lavorato per settimane; la curva dei tifosi del Bayern esibisce quadratoni di carta rossi, bianchi e grigi e un enorme telo a striscie bianco-rosse, che ricorda una tenda da balcone.

Il match è tensione allo stato puro, che sciolgo in parte solo al primo gol di Milito. All’intervallo faccio due passi e mi imbatto nel colorato clan degli amici di Eto’o. Si ricomincia, fino al secondo gol di Milito, che viene ad esultare sotto il mio settore. Lacrime ed estasi.

Fuori dallo stadio mi incontro con Fabio ed un suo amico, che per venire a Madrid ha noleggiato un pulmino con familiari e amici. Un brindisi e poi attraversiamo la città fino a Plaza de Cibeles, dove i madridisti festeggiano i successi del Real.

La seconda sveglia all’alba non mi impedisce di gustare ogni momento del viaggio di ritorno. Compro svariate copie del quotidiano sportivo Marca, da regalare agli amici rimasti a Milano. Persino il tassista spagnolo ha ancora negli occhi il secondo gol del Principe. Il treno Madrid-Barcellona è, per una volta nella vita, un pendolino nerazzurro che attraversa la Spagna: tifosi interisti salgono e scendono a Saragozza e a quasi tutte le fermate, per recuperare macchine, bagagli o amici. Un bambino spagnolo mi saluta con un “forza Inter”. A Barcellona ricevo le “felicitationes” dell’addetta alle informazioni, mentre il bigliettaio rosica ancora per la semifinale. In metropolitana, destinazione aeroporto, vengo avvicinato da un signore corpulento con la maglia della Ferrari: è un macedone, amico di Pandev; mi mostra il catalogo di sottaceti che vende in Canada, ma è rientrato apposta per la finale, e mi racconta che qualche tempo prima, per la nascita del figlio di Goran, Stankovic ha invitato a sorpresa un gruppo di musicisti gitani.

A bordo dell’aereo diretto a Milano la gente si passa di mano in mano una coppa gonfiabile. Nel tardo pomeriggio atterro a Malpensa. Parte l’ennesimo coro “Ce ne andiamo a Dubai”: forse un lapsus, la Coppa del Mondo sarà ad Abu Dhabi, ma in fondo Dubai suona meglio.

COMUNICAZIONI DI SETTORE. Facciamo durare l’anniversario del Triplete un po’ di più? Così, alla buona, tra amici. Mandatemi le foto e la storia del vostro Triplete, del vostro 22 maggio, robe così. Avete difficoltà con la lingua italiana? Avevate 5 alla Scuola Radio Elettra? La vostra prof quando vi vede si mette a ridere? Non temete, se vi fidate sistemo io. Dai, su, quando ci ricapita di festeggiare? Quindi, se volete scrivere qualcosa del vostro Triplete, scrivete copiosi. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese simbolicamente vi ringrazierà. Io vi ringrazierò di sicuro, amici.

MILANO (NEW!). Agli amici e alle amiche di Milano (che vivono a Milano, che frequentano Milano, che lavorano a Milano, che hanno parenti a Milano, che fanno shopping a Milano, che fanno sport a Milano, che hanno l’amante a Milano, che vanno a farsi fare massaggi dalle cinesi a Milano) sono lieto di annunciare che tipo dal 5 o 6 giugno il libro sarà disponibile alla Libreria dello Sport di via Carducci. Vi farò sapere con maggiore precisione.

INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Su Ibs. it c’è scritto “disponibile in tre settimane”: in realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere. Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio – uomo efficiente se ce n’è uno, ed è pure interista – vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).

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Uomini che piacciono alle donne / 2

Dal lontano Friuli ecco S., in arte Lothar, posare felice con il suo nuovo acquisto davanti a una monumentale libreria. Cioè, non c’è nulla fuori posto: sarà vera? O sarà uno di quei poster che vendono su Wish a 5 dollari? Oppure: quanto tempo ha trascorso a sistemarla prima di farsi scattare la foto? Nella modalità “rudo sotto il tappeto”, pare che a sinistra ci siano scaffali pieni di “Le Ore mese” buttati a cazzo, e a destra una raccolta di dvd porno da far invidia al mostro di Milwaukee. S., cioè Lothar, sarà presto protagonista anche della serie “Il Triplete è (anche) merito mio” con un racconto corredato da una foto strepitosa. Dopodichè gli consegnerò la password del blog e gli dirò: “Vabbe’, vai avanti tu, se ci tieni così tanto”.

Debbo concedere al mio amico L. – il popolare Er Pomata delle gufate, l’Uomo che non si spettina mai, protagonista nel libro del capitolo “Via Massaua” – un secondo passaggio in questa rubrica di grande successo. Anche perché questa foto lo ritrae in una delle sue espressioni fisiche più genuine, a metà tra il barone di Beautiful Mountain e il sultano dell’Oltrepo Saudita. Tra le tante cose che questa merda di virus ci ha negato, c’era un mega party alla “The Wolf of Wall Street” nel giardino del suo buen retiro, un baccanale nerazzurro in cui io avrei affettato salami e firmato autografi e lui avrebbe tacchinato donne. So che il progetto non è del tutto tramontato. Nel caso, vi faremo sapere. Astenersi juventini.

Torniamo nel Friuli, anzi, no, cazzo, scusate, nella Venezia Giulia (so che sono terribilmente permalosi su questa cosuccia). M. mi scrive da Trieste non appena il corriere gli ha consegnato il libro (Etelpirt Li Oim Otirem E’, deve averlo comprato su Ibs Indonesia) e dopo aver bullizzato la sorella per farsi scattare questa foto densa di pathos. M. ha uno strano modo per dimostrarsi ospitale: “Ehi amico, so che hai l’ossessione delle nutrie. Se un giorno passi da Trieste andiamo a trovarle al rio Ospo. E’ un canale navigabile pieno di merda dove vivono e si riproducono con tanto di cibo dato dalla gente del posto, perchè come sai non sono bestie invasive, nooooo, sono tanto belle. Bleah. Ah, comunque il libro mi piace”. Boh, dovessi mai passare per Trieste, un giretto con M. al rio Ospo non me lo toglie nessuno. Perché io credo in #nutriamoleacasaloro

COMUNICAZIONI DI SETTORE. Facciamo durare l’anniversario del Triplete un po’ di più? Così, alla buona, tra amici. Mandatemi le foto e la storia del vostro Triplete, del vostro 22 maggio, robe così. Avete difficoltà con la lingua italiana? Avevate 5 alla Scuola Radio Elettra? La vostra prof quando vi vede si mette a ridere? Non temete, se vi fidate sistemo io. Dai, su, quando ci ricapita di festeggiare? Quindi, se volete scrivere qualcosa del vostro Triplete, scrivete copiosi. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese simbolicamente vi ringrazierà. Io vi ringrazierò di sicuro, amici.

MILANO (NEW!). Agli amici e alle amiche di Milano (che vivono a Milano, che frequentano Milano, che lavorano a Milano, che hanno parenti a Milano, che fanno shopping a Milano, che fanno sport a Milano, che hanno l’amante a Milano, che vanno a farsi fare massaggi dalle cinesi a Milano) sono lieto di annunciare che alla fine della settimana prossima, tipo dal 5 o 6 giugno, il libro sarà disponibile alla Libreria dello Sport di via Carducci. Vi farò sapere con maggiore precisione.

INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Su Ibs. it c’è scritto “disponibile in tre settimane”: in realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere. Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio – uomo efficiente se ce n’è uno, ed è pure interista – vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).

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Il Triplete è (anche) merito mio / 1

di BE.ST. *

*- vive a Ferrara con una maestra elementare e un figlio dai gusti politici mediocri ma fortunatamente interista. Dopo inutili e remoti approcci calcistici (non bastò acquistare “Sandro Mazzola vi insegna il calcio”), una domenica (“tanto sarei andato in panchina”) affronta una gara podistica e scopre che gli riesce meglio. Attacca le scarpe da calcio al chiodo ma quando supera il “muro” delle 2h30′ nella maratona di 131 secondi ci rimane male e diventa così un apprezzato dirigente sportivo accumulando esperienza e lipidi. Interista da sempre e per eredità, ha vissuto momenti atroci come la papera di Giuliano Sarti, la sconfitta nella finale con l’Ajax, il gol annullato a Rummenigge… e molto (purtroppo) altro ancora. E’ convinto che l’ingresso della Champions al Meazza all’alba del 23 maggio 2010 sia stato un rito tra il magico e il religioso che ha lavato via decenni di errori nostri e peccati altrui.

27 Agosto 2009: in una modesta locanda della periferia di Letterkenny (Donegal) si festeggia il compleanno di mia moglie (che non è irlandese ma passavamo di lì). Niente di strano nel festeggiare il compleanno della moglie, capita ogni anno, ma in contemporanea c’era il sorteggio della fase a gironi della Champions (anche questo capita ogni anno, ma questo è un anno diverso), c’è qualcosa di positivo nell’aria (almeno a parere del figliolo allora appena decenne). E’ il cameriere che insieme al conto ci porta un “pizzino” scarabocchiato che ci getta nello sconforto. Barcellona!!! e poi le altre indigeste squadre dell’Est.

Passano i mesi calcistici tra mille incertezze e distrazioni, tra un weekend con la famiglia a Torino proprio quando gli smacchiati ci mettono sotto all’andata e sempre gli smacchiati che mi faranno dilapidare una fortuna telefonica, bloccato a Colonia dal fumo del vulcano in una sorta di “tutto il calcio minuto…” con il figliolo collegato da casa.

Incertezze e distrazioni che hanno ceduto il passo a possibili migliori scenari. Nascono così mille scaramanzie personali e collettive. Quattro mesi nei quali prima di ogni match mangi sempre le stesse cose,  ti siedi sempre nello stesso posto sul divano e ti vesti sempre allo stesso modo (assicuro che il 22 maggio avere la coperta in pile dell’Inter sulle spalle qualche disagio lo crea). Non potevamo distrarci, ogni dettaglio era utile alla causa della vittoria perché – quando hai quasi 50 anni e tifi Inter da 45 – non puoi tralasciare niente.

Il risultato è un tappo di sughero sulla scrivania del mio ufficio, un semplice tappo di sughero delle migliori bollicine italiane con inciso a penna: 22 Maggio 2010.

p.s. Grazie Roberto per avermi reso i dieci anni persi nei quattro mesi di quel bellissimo viaggio chiamato TRIPLETE.

COMUNICAZIONI DI SETTORE. Facciamo durare l’anniversario del Triplete un po’ di più? Così, alla buona, tra amici. Mandatemi le foto e la storia del vostro Triplete, del vostro 22 maggio, robe così. Avete difficoltà con la lingua italiana? Avevate 5 alla Scuola Radio Elettra? La vostra prof quando vi vede si mette a ridere e dice ai passanti “Non avete idea di che capra fosse”? Non temete, se vi fidate sistemo io. Dai, su, quando ci ricapita di festeggiare? Quindi, se volete scrivere qualcosa del vostro Triplete, scrivete copiosi. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese simbolicamente vi ringrazierà.

MILANO. Agli amici e alle amiche di Milano (che vivono a Milano, che frequentano Milano, che lavorano a Milano, che hanno parenti a Milano, che fanno shopping a Milano, che fanno sport a Milano, che hanno l’amante a Milano, che vanno a farsi fare massaggi dalle cinesi a Milano) sono lieto di annunciare che alla fine della settimana prossima, tipo dal 5 o 6 giugno, il libro sarà disponibile alla Libreria dello Sport di via Carducci. Vi farò sapere con maggiore precisione.

INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Su Ibs. it c’è scritto “disponibile in tre settimane”: in realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere. Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio – uomo efficiente se ce n’è uno, ed è pure interista – vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).

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Uomini che piacciono alle donne / 1

Il titolo del post (cui seguiranno almeno altre due puntate: la vanità maschile è una brutta bestia) mi è stato suggerito proprio da questa foto. Osservate attentamente A., amico del mio coach cecoslovacco Stanislao Pizzinski: quale donna (o uomo, ben inteso: questa è una rubrica arcobaleno) non vorrebbe avere per casa un ometto così? Quale donna non vorrebbe tornare a casa la sera dopo un’intensa giornata di lavoro o un faticoso corso di pilates e trovare il proprio uomo con questo outfit domestico? Birra, maglia dell’Inter, memorabilia dell’Inter, libri sull’Inter. Un gioiellino. A. mi rivela anche di avere un’altra cosa in comune con me, e cioè l’amore e l’odio per Pavia: “Nel senso che amo e odio quel suo gradevole clima che ho avuto la gioia di assaporare da giovincello, quando venivo lì a trovare quella che è ancora la mia compagna di vita che allora era universitaria, e il cui unico e tremendo difetto è quello di essere una gobba”. E’ terribile, A., ti sono vicino. E capisco che tu giri per casa conciato così: è resistenza civile.

A M. va assegnato d’ufficio il premio per il più breve testo di accompagnamento alla foto: zero parole. Zero! Cioè, ha aperto al sua bella mail, ha digitato il mio indirizzo, ha caricato la foto e via, zac!, e che Settore si arrangi. Quindi non so chi sia, di dove sia, niente. Ma M. in fondo ha ragione: la foto, effettivamente, parla da sola. Immaginate la faccia della moglie/fidanzata/trombamica/amica (non so nulla di lui, vado a spanne) quando se lo vede arrivare a tavola vestito così. Ecco.

D., alpinista e uomo politico toscano, è citato nel libro, nel capitolo dedicato a Inter-Barcellona. L’ho conosciuto proprio quel giorno: lui, il Francesco Gabbani della Garfagnana, andava allo stadio e io andavo a casa: in fondo al libro, nella fotogallery, c’è anche la foto che ci siamo scattati davanti a un porchettaro con un esplicito riferimento sessuale nell’insegna. Poi ci siamo rivisti un paio di anni fa dandoci appuntamento fuori Lucca, al Ponte del diavolo, una roba romantica che al confronto Brokeback Mountain è Scuola di Polizia. Come si vede dalla foto, D. ha ricevuto in contemporanea il libro e la maglietta ufficiale celebrativa del Triplete. Da allora gira la Garfagnana così: in maglietta con un libro in mano, con quel sorrisetto stampato in viso sotto il baffetto da sparviero. Non lo vedono da giorni nè al lavoro, nè in giunta, nè al bar. La settimana prossima se ne occuperà la Sciarelli, allertata da una telefonata preoccupata della moglie.

COMUNICAZIONI DI SETTORE. Un po’ di cose le ho già, altre le attendo, se vi va. Facciamo durare l’anniversario del Triplete un po’ di più? Così, alla buona, tra amici. Mandatemi foto e la storia del vostro Triplete, del vostro 22 maggio, robe così. Avete difficoltà con la lingua italiana? Avevate 5 alla Scuola Radio Elettra? Non temete, se vi fidate sistemo io. Dai, su, quando ci ricapita di festeggiare?

INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Quindi, se volete scrivere qualcosa del vostro Triplete, scrivete copiosi. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese vi ringrazierà. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere o, se volete acquistare in lingua inglese, nientemeno che su Barnes&Noble, se volete acquistare in lingua spagnola BajaLibros.com e se volete acquistare in lingua portoghese Fnac.pt (cioè, se mi arriva un ordine da Setubal muoio felice). Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio – uomo efficiente se ce n’è uno, ed è pure interista – vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes). Tornando a Ibs. it, c’è scritto “disponibile in tre settimane”. In realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima.

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Io, l’esegesi di Settore e tre persone rispettabili in ginocchio davanti alla tv

di BOBBY CHALTRON *

*- pseudonimo di G., livornese, interista, informatico e pseudo-politico, ama fare il brillante analista e leguleio; stupisce la gente imitando un poliglotta. Lo stupore aumenta quando gli stranieri effettivamente gli rispondono.

Lo scrivo subito, così non ci penso più ( sì, come l’inizio del libro di Materazzi… Be’ ? Ma certo che ho comprato anche quello, a suo tempo…! ) : non ho un ricordo nitido del 22 Maggio inteso come giornata piena. Ecco: ho fatto “outing”; ora – per chi volesse leggere – vi racconto due o tre cose…

Quel fine settimana NON lo trascorsi sul lago d’Iseo, come gli altri, con la mia compagna della bassa bergamasca. Ragioni di forza maggiore, riunione del gabinetto COBRA, le cavallette… Devo dire che ero stranamente fiducioso, ma insomma… i tedeschi sono tradizionalmente “duri”, però la sensazione di onnipotenza che mi accompagnava da quando ero stato “paracadutato” a Roma (Owen Wilson in “Behind enemy lines” a noi ci fa un baffo o – come dicono a Roma – ce spiccia casa ) a svolgere il mio importante còmpito istituzionale (non riesco a scriverlo, inutile…), in contemporanea con Calciopoli, l’era dorata dell’Inter e la contemporanea cacciata ad un inferno persino troppo morbido per i gobbi… be’, mi/ci avevano abituato troppo bene. Come ho scritto giorni fa… mi sono andato a rivedere il derby finito in 9, la partita con la Samp ( le manette ), la caccia all’uomo (come opportunamente è stata battezzata su Youtube) nella finale di Coppa Italia a Roma e mica me le ricordavo… ma poi… chi se ne frega di cosa faccio io?

Un libro è come un film. Ciascuno ha i propri gusti, ma un libro – come un film – deve dare emozioni. Sia di avventura, sia di terrore, sia comico, sia giallo, sia romantico… Gli autori comunicano emozioni, ci prendono per mano e ci accompagnano in un percorso di cui solo loro conoscono la fine. Il merito di Settore ( l’ho già scritto e lo ripeto volentieri ) è che ci porta lievemente a riflettere su noi stessi mentre ci offre delicati spunti di sè, e non ci forza a condividere, ma lascia che lo facciamo spontaneamente ( la nota sul tifoso curvaiolo che NON HA ANCORA CAPITO come si fa l’interista mi ha letteralmente messo al suo posto, perché mi è capitata la stessa cosa, pari-pari…).

Il merito di Settore è scrivere come L. Goldoni (una volta si definì come uno che scrive “un diario per conto terzi”) e come P. Villaggio, genialmente dissacrante, affrontando però il calcio e i suoi personaggi. Più difficile ? Sì. Più bravo? Bah… mica mi paga, per scriverlo…

Per finire : ho un ricordo nitido, invece, della sera del 22 maggio. Non c’era stato bisogno di convocazione formale. S., stimato ginecologo che all’epoca ambiva ma non pensava (ma come cacchio si fa a scrivere così ?!?!) ancora a far domanda per il primariato in ospedale, R., stimato magistrato, che all’epoca non pensava che avrebbe presentato domanda per la carica di presidente del tribunale (e avrebbe comprato la cover dell’Inter per il cellulare) e G. che già all’epoca mostrava segni di fragilità psichica, erano pronti a casa di S., “già cenati”, dieci minuti prima che la gara iniziasse, già allora con distanza di un metro per poter esultare come bruti con comodo.

L’abbiamo vissuta come doveva esser vissuta, con commenti colti e misurati come conviene tra gentiluomini della labronica stirpe (credo che abbiamo iniziato con “…e chi non salta, è un pisano…” sulle note di “Bella ciao”, ma solo per scaramanzia, e forse ci è scappato anche qualche commento dubbioso della moralità delle donne della famiglia dell’arbitro, ma giusto poche cose…). Alla fine, esausti ma felici, C. la moglie di S., stimata funzionaria pubblica con incarico importante, ha dovuto fotografare quei tre fessacchioni che – dai tempi della quarta ginnasio – hanno scoperto la comune passione e che – in ginocchio davanti al televisore – hanno messo a rischio la propria rispettabilità nel superiore interesse dell’interismo. Incuranti del rischio e votati al sacrificio, fulgido esempio di… no, stavo
scrivendo la motivazione della medaglia all’ordine di Prisco…

Come cacchio si fa a recensire un libro, dato che ogni singolo lettore ha emozioni proprie ? Ho grande pietà ed invidia per chi non l’abbia ancora letto… Pietà perché gli manca molto, invidia perché sta per scoprire qualcosa di dolcemente struggente. Ahhhh… scusate, mi è andato del gel igienizzante negli occhi ( cit. ).

COMUNICAZIONI DI SETTORE. Cioè, io vi debbo ringraziare. La classifica di Ibs.it non sarà la Bibbia, ma questi sono i risultati dell’ultima settimana e dell’ultimo mese, e in mezzo a Einaudi e Mondadori, a gente che ha vinto 11 anelli Nba o qualche Champions (quindi non mi riferisco a Chiellini), spunta anche Settoruccio con la piccola Primula. Son soddisfazioni, davvero.  In questi giorni ho tante cose vostre da pubblicare, tra foto con il libro e ricordi del Triplete. Sono cose spontanee – io non ve lo ho chieste, no? – e perciò più belle. Se ne avete (foto e ricordi), mandate. Facciamo durare l’anniversario del Triplete un po’ di più. Così, alla buona, tra amici.

INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Quindi, se volete scrivere qualcosa del vostro Triplete, scrivete copiosi. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese vi ringrazierà. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere o, se volete acquistare in lingua inglese, nientemeno che su Barnes&Noble, se volete acquistare in lingua spagnola BajaLibros.com e se volete acquistare in lingua portoghese Fnac.pt (cioè, se mi arriva un ordine da Setubal muoio felice). Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio – uomo efficiente se ce n’è uno, ed è pure interista – vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes). Tornando a Ibs. it, c’è scritto “disponibile in tre settimane”. In realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima.

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Io, il Pazzo e il Triplete che è merito nostro

di LUIGI CAVALLARO *

*-  siciliano a Roma. Magistrato, scrittore, interista. Autore di numerosi saggi politici, socioeconomici, azzeccagarbugli e – quel che più di importa qui, in questo rozzo consesso – interismo intellettuale: “Interismo leninismo – La concezione materialistica della zona: breve corso (Manifestolibri 2010, poi riedito in edizione ampliata) e “Rapsodia neroblu” (Manifestolibri 2014)

Sabato 24 aprile 2010, alle tre e mezza del pomeriggio, mi stavo imbarcando in aereo per Roma. Ero stato invitato ad un seminario alla Sapienza che si sarebbe tenuto il lunedì successivo, e avevo prenotato l’albergo due mesi prima, quando l’Inter stava 11 punti sopra la Roma, che allora era terza, due punti sotto il Milan che avevamo ridicolizzato 2-0 nel derby di ritorno. Ma in quei due mesi era successa un’iradiddio di cose, tra campionato e coppe: e anche se in mezzo a quest’iradiddio avevamo pur battuto 3-1 il Barcellona nella semifinale d’andata di Champions e ci eravamo qualificati per la finale di coppa Italia, addì 24 aprile l’Inter era precipitata di un punto indietro alla Roma e si giocava al Meazza, contro una disperatissima Atalanta, l’ultima realistica possibilità di scavalcarla in classifica: dovendo peraltro sperare che i giallorossi, il giorno dopo, non facessero risultato pieno all’Olimpico contro la Sampdoria.

In breve, mi accingevo a vivere lo snodo più decisivo del campionato in partibus infidelium: e per di più, al momento dell’imbarco, il risultato dell’Inter non era affatto confortante, visto che Tiribocchi ci aveva fatto gol dopo nemmeno cinque minuti e Milito aveva da poco ristabilito la parità. Spensi il cellulare sull’1-1, dopo aver pregato variamente Eupalla di far sì che all’arrivo trovassi buone notizie: e così fu, perché nemmeno il tempo di accenderlo dopo l’atterraggio e mi trovai l’sms di un confratello interista che mi annunciava la buona novella del finale di 3-1 per noi.

La sera successiva andai a cena fuori con amici calcisticamente agnostici. La partita della Roma era alle 20.45 e di vederla in mezzo agli arrembanti tifosi romanisti non se ne doveva nemmeno parlare, così chiesi e ottenni di evitare locali muniti di tv. Dal canto mio, non avevo smartphone, dunque l’unico modo per avere notizie della partita erano gli sms dei miei confratelli nerazzurri rimasti a Palermo. Ma disgraziatamente, finimmo in un locale dove non c’era campo e dovetti dispormi alla più alienata delle cene, perché non c’era argomento capace di distogliermi dal pensiero fisso di cosa nel frattempo stesse succedendo all’Olimpico: e mi figuravo di tutto e il suo contrario, e pregavo Eupalla e bestemmiavo i numi della Città Eterna.

Ad un tratto, intorno alle dieci e mezza, vidi agitazione al tavolo accanto al mio. Gli sguardi dei commensali, fino ad allora piuttosto anonimi, si erano improvvisamente eccitati: occhiate e gomitate d’intesa correvano veloci e uno di loro s’alzò di scatto per andare verso le cucine del ristorante. Ci siamo, mi dissi scorato: ha segnato la Roma, e proprio allo scadere. Ma non ebbi nemmeno il tempo di prendermela con l’atrocità di un destino che mi obbligava a trascorrere il dopocena in mezzo a terrificanti caroselli di tifosi romanisti che l’uomo del tavolo accanto uscì euforico dalle cucine, correndo verso i suoi commensali con l’indice e il medio a V sotto gli occhi. In meno di una frazione di secondo realizzai cosa potesse essere successo e il volto mi si sciolse nel più speranzoso dei sorrisi. E fu bellissimo apprendere da quel tavolo di laziali felici che Pazzini non solo aveva
appena segnato, ma aveva già fatto gol al 52′, e che ormai era fatta: mancavano neanche cinque minuti alla fine, al massimo la Roma la poteva pareggiare, ma a meno di miracoli non l’avrebbe più vinta.

Mi precipitai fuori dal locale, in cerca del segnale della rete telefonica, e appena lo colsi chiamai subito un confratello nerazzurro per avere conferma: tutto vero, finale 1-2 e classifica che, alla 35a giornata, diceva
adesso Inter 73, Roma 71. Sentii tutti i muscoli del mio corpo rilassarsi e tornai al mio tavolo con il più olimpico dei sorrisi. E uscii insieme ai miei amici a passeggiare per Roma, sulla quale era improvvisamente calato un silenzio tanto assoluto quanto innaturale. E mi sentivo sì in partibus infidelium, ma da trionfatore: come un re barbarico che aveva appena imposto la sua pax nerazzurra.

Mi è tornato in mente quest’episodio personale leggendo Il triplete è merito mio (e l’Inter non lo sa), che Roberto Torti, alias Settore, ha appena pubblicato per Primula Editore: un libro che è un racconto della sua esperienza personale di interista in quei fantastici quattro mesi che vanno dal 24 gennaio al 22 maggio. E se ne potrebbe fare un esperimento sociale: perché non credo che ci sia un tifoso interista che non ricordi con precisione e nitidezza dove si trovava e cosa faceva e a cosa pensava e cosa provava in occasione degli snodi nevralgici di quella teoria di partite che ci vide trionfare in Italia e in Europa.

Roberto, la sua esperienza, la racconta da par suo: cioè con la leggerezza, la competenza, l’ironia e lo spirito bauscia che abbiamo imparato ad apprezzare sul suo blog dell'”interismo moderno”, miscelati ad arte in una scrittura colta, divertita e divertente. E ti fa correre una pagina dopo l’altra e un capitolo dopo l’altro proprio come abbiamo vissuto le partite di quei fantastici quattro mesi: che non ne finiva una che ne incalzava subito un’altra che t’ingolosiva ancor di più, mentre milanisti e gobbi inanellavano una figuraccia dopo l’altra e i loro dirigenti facevano a gara a chi la sparava più grossa, gli uni a dolersi per non avere lo stadio di proprietà e gli altri a rovistare nella pattumiera di Calciopoli per cavarne fuori l’ennesima, miserabile menzogna.

Ma specialmente ha ragione Roberto a dire che il triplete è “merito suo”, e cioè merito nostro, di noi tifosi, “curvaioli dispotici” o “tifosotti da divano” che possiamo essere: perché tutti noi, in quei quattro mesi, abbiamo espresso desideri, innalzato preghiere, fatto voti e compiuto ogni sorta di rituale propiziatorio per la Beneamata, e solo per noi, per dirla con Javier Marías, vincere o perdere una di quelle partite era un dramma che poteva implicare una svolta o una catastrofe che avrebbe riguardato il passato, il presente e il futuro, la dignità e il decoro e naturalmente la faccia con cui ci saremmo alzati l’indomani.

Inutile insistere sul perché tutto ciò accada: Pasolini ci ha spiegato che il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo e tanto basti. Semmai, si deve aggiungere che noi tifosi siamo così pervasi dalla nostra fede che possiamo viverla con la stessa intensità allo stadio o sul divano di casa o al bar con gli amici o nella perfetta solitudine di un ristorante in partibus infidelium: ci siamo sempre e siamo sempre noi. E sia lode a Settore per avercelo ricordato, volgendoci al sorriso in questi tempi di passioni tristi che purtroppo ci tocca vivere.

COMUNICAZIONI DELL’AUTORE. Nel comunicarvi che la simpatica iniziativa “Foto dei lettori alla ricerca di notorietà sfoggiando il simpatico volumetto” prosegue (ce ne sono già un paio in canna), se volete sottoporvi alla gogna mediatica mandate la vostra immagine a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese vi ringrazierà. Ok, ora le info di servizio. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e ora anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere o, se volete acquistare in lingua inglese, nientemeno che su Barnes&Noble, se volete acquistare in lingua spagnola BajaLibros.com e se volete acquistare in lingua portoghese Fnac.pt (cioè, se mi arriva un ordine da Setubal muoio felice). Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio – uomo efficiente se ce n’è uno, ed è pure interista – vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).

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