
Dal giorno del (doppio) sorteggio di Champions, non faccio che ripensare alla metafora contiana del ristorante, visto che nelle tre stagioni precedenti eravamo partiti con grandi progetti culinari ed eravamo poi finiti a mangiare un trancio di margherita dallo Zozzone. Qualificandoci agli ottavi, abbiamo finalmente prenotato nel locale da 100 euro. Ancora non è chiaro quanti soldi abbiamo e avremo in tasca, ma la prenotazione c’è, siamo in lista, abbiamo lasciato il numero di telefono, abbiamo detto a che ora arriveremo, rovisteremo nell’armadio alla ricerca dell’outfit più adatto.
Questo paragone sarebbe stato perfetto per l’Ajax. Poi la Uefa ha riscritto la legge di Murphy e noi quella dell’uccello padulo, e tre ore dopo ci siamo beccati il Liverpool. Ecco, così facendo praticamente ci hanno prenotati da Cracco senza nemmeno chiedercelo. La questione dei soldi è quasi marginale, perchè con i 100 euro del parametro di Conte non oltrepassiamo la metà del menù degustazione. Ma perchè negarci l’emozione di andare alla mensa dei grandi e magari di fare la nostra porca figura, azzeccando i bicchieri e le posate corrette, prendendo il pane dal piattino giusto (remember: è quello a sinistra, nun ce fate fà figure demmerda! – cit.), ruttando con discrezione portandoci il tovagliolo alla bocca? Che poi magari alla fine Cracco esce in sala, fa spegnere tutte le luci tranne una che illumina noi, ci segna con il dito e dice: “Complimenti, lei è il mio centomillesimo cliente, offro io”, eh?
Un anno fa, con Lukaku Eriksen e Hakimi – quindi, col vestito giusto e il portafoglio gonfio -, uscimmo da un girone brutto ma non bruttissimo, sicuramente non peggiore di quelli dei due anni precedenti. Giocammo la Champions nella fase più problematica della nostra stagione, vivendo essa stessa come un problema – eliminato il quale, fuori da tutto, dopo Natale passeggiammo sui resti altrui. Praticamente siamo andati al ristorante da 100 euro vestiti bene, ma senza soldi. Poi, vestiti uguali e dopo essere passati dal bancomat, siamo andati in trattoria, cucina casalinga menù fisso, e abbiamo pagato un giro di amaro a tutti i presenti per poi mandare l’oste a comprare un Pommery al Bennet.
La prospettiva del Liverpool è apocalittica o meravigliosa, a seconda di come la si voglia vivere, e io propenderei per la seconda. Se avessi davanti la rosa dell’Inter e Zhang mi delegasse per fare il discorsetto pre-gara io direi: godetevela (brusio). Beh, copritevi il culo (brusio) ma godetevela, let’s go! (timido applauso). Il Liverpool è formalmente fuori portata, quindi è inutile trascorrere due mesi a immaginarsi il disastro. Godiamoci, dopo 11 anni di Bagaglino, il ritorno alla Royal Opera House. Godiamoci, dopo 11 anni di Beer Sheva, una doppia partita alla dimensione più alta possibile. Ci siamo guadagnati l’invito a cena, pensavamo di andare da un mono-stellato e ci hanno dirottati su Cracco. Beh, andiamoci. Ci sono occasioni in cui svuotare la carta di credito ha comunque il suo perché.