
Se un marziano fosse atterrato sulla Terra tipo lo scorso dicembre, fosse stato invitato dalla Federcalcio a vedere giocare l’Inter e la Juve per conoscere lo sport nazionale, poi fosse tornato su Marte per le vacanze di Natale, poi fosse stato trattenuto a lungo da altri impegni ma fosse di nuovo atterrato ieri sulla Terra, e saputolo la Federcalcio gli avesse trovato al volo un posto al Carta Stagnola Stadium per vedere di nuovo la Juve e l’Inter stavolta nella stessa partita, beh, il marziano dopo qualche minuto di sconcerto si sarebbe rivolto al tizio seduto di fianco (così preso dalla partita da non accorgersi che il suo vicino di posto è un marziano, cioè, tipo con la testa grossa e la pelle verde, robe così) e gli avrebbe chiesto:
“Scusa capo, ma io ero rimasto che quelli vestiti come l’Ascoli facevano ca-ca-re a nastro e quelli pitonati nerazzurri erano la compagine più brillante dell’universo da voi conosciuto. Com’è che adesso l’imitazione del Newcastle sembra addirittura una squadra e i pitonati, se mi posso permettere, fanno veramente schifo al cazzo?”
Al che il tizio, senza distogliere lo sguardo dal campo, gli avrebbe risposto:
“Ma che minchia ne so, amico mio. Io sono qui solo a gridare Merda quando rinvia il portiere, il resto non mi interessa”.
Comunque, le perplessità del marziano sono state anche le mie nel corso di una delle partite più paradossali a cui abbia mai assistito, paradossale nel suo svolgimento e nelle sue conseguenze dirette e indirette, così paradossale che ho visto l’Inter giocare davvero la partita che tutti abbiamo sognato almeno una volta nella vita – vincere a Torino con la Juve giocando di merda, senza praticamente fare un tiro in porta, loro due pali e noi zero, loro 8 corner e noi 1, con un rigore della categoria “rigorini” fatto pure ripetere, loro che poi si buttano a ripetizione e l’arbitro li fa alzare – e sinceramente non so se goderne come un riccio nella stagione dell’amore o preoccuparmi come un riccio ai bordi della tangenziale.
Cioè, roba che il marziano potrebbe tornare su Marte e relazionare che il calcio è uno sport bizzarro e profondamente ingiusto, specialmente con la Juve (e vaglielo a spiegare che la Federcalcio lo ha invitato a vedere la partita meno attendibile degli ultimi 120 anni).
Ricapitolando.
a) Vincere così a Torino è fantastico. Grazie ragazzi, avete reso realtà i nostri sogni più arditi. Viva l’Inter, viva il calcio, viva lo sport, Juve merda.
b) L’imbruttimento dell’Inter esce sostanzialmente rafforzato dalla partita di Torino. Sì, è ufficiale: siamo involuti, siamo peggiorati, siamo irriconoscibili rispetto a tre o quattro mesi fa. Quando avremo finito di brindare a questa straordinaria serata – che come effetto accessorio ha quello di ricacciare indietro forse definitivamente una squadraccia che non perdeva da più di quattro mesi (in campionato, eh?) – ci toccherà chiederci quanto sia lecito aspettarci dai nostri eroi. Perchè qualche volta ti può andare bene, ma non sempre.
Sono mesi (diciamo due mesi) che aspettiamo la svolta ogni settimana. Aspettiamo una vittoria benefica, una partita liberatoria, una pausa ristoratrice. Un cazzo. Dopo il poker di partite tritatutto di inizio febbraio non siamo più stati noi, se non per due vittorie inutili – Liverpool e Salernitana. Stanchi, nervosi, scarichi. Avevamo il campionato in mano e lo abbiamo consegnato ad altri (perchè mica ce lo hanno scippato, abbiamo fatto tutto noi).
La clamorosa vittoria in casa della Juve, con tutte le caratteristiche migliori che potesse avere (immeritata, imprevista, illogica), in teoria potrebbe davvero essere la partita della svolta, l’ultima, in extremis, visto che ne mancano solo otto e il tempo stringe. Potevamo essere quarti e invece toh!, siamo ancora lassù, rilanciati dalla vittoria nello scontro diretto oggettivamente più difficile di tutti, quello che non vinciamo quasi mai.
Quasi.
Meritavamo cento altre volte, e invece lo abbiamo fatto così, tipo sberleffo, una sciccheria concettuale. Io sono come il marziano, non ci capisco più un cazzo. Dico solo, sommessamente, che vittorie così sono un segno. Ci hanno regalato una chance, non buttiamola via. Un mese e mezzo pancia a terra, chiedo solo questo. Il resto, si vedrà.