Strano post partita. C’è quel po’ di sano pudore a limitare gli entusiasmi di una vittoria in casa con lo Spezia quartultimo, la squadra più battuta del campionato (più gol subiti di tutte e 10 sconfitte su 15 partite, peggio c’è solo la Salernitana). “Solo” per 2-0, poi, e pure con un rigore. Ma perchè non celebrare, al contrario, una vittoria ottenuta in una situazione potenzialmente complicata, con quattro difensori assenti (di cui tre centrali) e Barella in panca fisso insieme a un tot di ragazzini? Altre Inter, nemmeno troppo lontane nel tempo, si sarebbero depresse, preoccupate o addirittura impanicate. E invece questa Inter si è divertita e ha divertito, come spesso è successo in questa prima parte di stagione. E’ una squadra che ormai di default crea occasioni su occasioni, gioca in velocità, attacca come prima opzione, si dà un tono. Ok, era lo Spezia, ma giocavamo con Gagliardini al posto di Barella, e il Gaglia ha segnato. Giocavamo con due esterni al posto di due centrali, e si sono divertiti parecchio pure loro.
Inzaghi che di fronte a un’emergenza dice “non c’è problema” presta volto e voce (la poca che gli rimane) allo spot della sua Inter, imperfetta finchè si vuole ma fresca e positiva, dove se segni un gol al Milan e al Napoli si abbracciano in venti, e quando lo segni allo Spezia uguale, perchè segnare è bello, vincere è bello, e a diventare brutti e cattivi (cinici, ecco) c’è sempre tempo e magari un giorno ci arriveremo. Vincere 2-0 con lo Spezia in assoluto vuole dire poco, ma relativamente al momento può significare molto. Tipo aver messo un altro mattoncino per la riapertura del campionato, che ora è ufficiale, è lì da vedere, 4 squadre in 5 punti, ora si ragiona.
In tre giornate, da meno sette siamo risaliti a meno due e meno uno. Napoli e Milan sono sempre davanti, ma ora a portata di mano. Non è che si siano ridimensionate loro: il ruolino di marcia è sempre di lusso. La novità è che ci siamo ridimensionati noi, nel senso che abbiamo smesso da qualche settimana di perdere punti per strada e ci siamo dati, appunto, una dimensione diversa. In meglio.
Inter-Spezia è solo una tappa, un fugace passaggio, una delle partite oggettivamente meno fascinose del calendario. A meno di non trovarle un significato, e l’Inter glielo ha trovato. Dopo Inter-Juve, partita spartiacque tra un’Inter incompiuta e una un po’ più concreta, abbiamo vinto 7 partite su 8 e per cinque volte le abbiamo vinte 2-0. Segnando sempre poco in proporzione a quello che creiamo, ma subendo sempre meno, a volte quasi niente. Altro upgrade mica da ridere. Più belli e più solidi di un mese fa, una insospettabile ma irresistibile propensione al futbol bailado versione terzo millennio: dove si firma, ditemi, per far durare questo piccolo incanto?