
Ma la scena di Lukaku che tira un rigore sotto la curva ospite e si becca del negro e della scimmia a ritmo di uh-uh-uh non l’avevamo già vista? Aspetta che guardo. Ah, sì.
Cagliari, 1 settembre 2019. Mancavano sei mesi alla pandemia ed eravamo tutti più felici. Poi noi interisti eravamo felicissimi perchè ci avevano appena comprato Lukaku. E Lukaku, alla seconda giornata di campionato, segnava un rigore decisivo. E la curva del Cagliari si era occupata di dargli il benvenuto alla prima trasferta in suolo italico.
Benchè questa roba facesse vomitare di suo, la cosa grave doveva ancora accadere. Due giorni dopo, il 3 settembre 2019, questo post fu post pubblicato sulla pagina Facebook “L’urlo della Nord” (me ne occupai qui, ma lo riporto integralmente perchè è bello rileggerlo insieme. Alla parola Cagliari – città – sostituite con Torino. Alla parola Cagliari – società sportiva – sostituite con Juventus):
Ciao Romelu
Ti scriviamo a nome della Curva Nord, si i ragazzi che ti han dato il benvenuto appena arrivato a Milano.
Ci spiace molto che tu abbia pensato che quanto accaduto a Cagliari sia stato razzismo.
Devi capire che l’Italia non è come molti altri paesi europei dove il razzismo è un VERO problema.
Capiamo che ciò è quello che possa esserti sembrato ma non è così.
In Italia usiamo certi “modi” solo per “aiutare la squadra” e cercare di rendere nervosi gli avversari non per razzismo ma per farli sbagliare.
Noi siamo una tifoseria multietnica ed abbiamo sempre accolto i giocatori provenienti da ogni dove sebbene anche noi abbiamo usato certi modi contro i giocatori avversari in passato e probabilmente lo faremo in futuro.
Non siamo razzisti allo stesso modo in cui non lo sono i tifosi del Cagliari.
Devi capire che in tutti gli stadi italiani la gente tifa per le proprie squadre ma allo stesso tempo la gente è abituata a tifare contro gli avversari non per razzismo ma per “aiutare le proprie squadre”.
Ti preghiamo di vivere questo atteggiamento dei tifosi italiani come una forma di rispetto per il fatto che temono i gol che potresti fargli non perché ti odiano o son razzisti.
Il razzismo è una cosa completamente differente e tutti i tifosi italiani lo sanno bene.
Quando dichiari che il razzismo è un problema che va combattuto in Italia, non fai altro che incentivare la repressione di tutti i tifosi inclusi i tuoi e contribuisci a sollevare un problema che qui non c’è o quantomeno non viene percepito come in altri stati.
Noi siamo molto sensibili ed inclusivi con tutti. Possiamo garantirti che tra noi ci son frequentatori di diverse razze e provenienze che condividono questo modo di provocare i giocatori avversari dell’Inter persino quando questi ultimi sono della loro stessa razza o provenienza geografica.
Ti preghiamo di aiutare a chiarire quello che realmente è il razzismo e che i tifosi italiani non sono razzisti.
La lotta al VERO razzismo deve cominciare nelle scuole non negli stadi, i tifosi son solo tifosi e agiscono in modo differente allo stadio e nella vita reale.
Stai certo che quello che dicono o fanno a un giocatore di colore avversario non è quello che direbbero o farebbero nella vita reale.
I tifosi italiani non saranno perfetti ma sebbene comprendiamo la frustrazione che ti possono creare certe espressioni, queste non sono utilizzate a fini discriminatori.
Ancora una volta …
BENVENUTO ROMELU
Essendo personalmente convinto che i problemi vadano risolti avvicinandosi quanto più possibile alla radice, è chiaro che ogni volta che si parla di razzismo negli stadi mi viene in mente questo post e vengo preso dallo sconforto. Questo post ci dice una cosa: che noi possiamo prendercela con un gruppetto di tifosi decebrati della Juve per quello che è avvenuto martedì sera nel finale della partita di Coppa Italia, ma dobbiamo anche sapere che la nostra curva – se c’è un minimo di coerenza di pensiero – darebbe ragione a loro e non a noi e a Lukaku. E allora niente, perchè parlarne?
Già, perchè? Beh, proviamo a parlarne in relazione agli arbitri. Lukaku ha ricevuto la seconda ammonizione per la sua esultanza dopo la trasformazione del rigore. A termini di regolamento, l’ammonizione ci sta: se un arbitro ritiene che l’esultanza sia provocatoria, deve ammonire. E io dico che un centravanti dell’Inter che si ferma sotto la curva della Juve a dire a tutti di stare muti, beh, un po’ provocatorio lo è. Ma un arbitro, anche (anzi, forse soprattutto) tramite i collaboratori, deve saper valutare il caso specifico. Se io a freddo trasformo un rigore e mando tutti affanculo, sono un provocatore. Ma se io trasformo un rigore tra gli ululati e dopo un quarto d’ora di scimmia di qua e negro di là, forse il provocato sono io. O no?
E proviamo a parlarne in relazione alla televisione. La Coppa Italia ci ha fatto ripiombare nel magico mondo di Mediaset, dove nessuno si è sognato per tutto il dopopartita di porsi il problema del perché dell’incazzatura di Lukaku, lasciando intendere (anzi no, dicendolo espressamente) che era nervoso per problemi personali e di squadra. Mentre scorrevano le immagini di Cuadrado che tira un pugno ad Handanovic (che nessuno faceva notare), dicevano di guardare bene perchè sembrava che Dumfries tirasse un calcio a qualcuno nella mischia. E’ un buon servizio alla verità? E’ normale tutto questo?
E proviamo a parlarne anche alla nostra comunicazione. Inzaghi che a domanda precisa parla d’altro no, non va bene. Inzaghi non va lasciato solo. A Inzaghi bisogna parlare prima che vada davanti ai microfoni. Inzaghi deve riordinare un secondo le idee e avere ben chiare le cose da dire. Bastava che usasse la parola vergogna, o condannasse l’accaduto. In generale, al di là della Juve, perché non è mica una cosa che avviene solo a Torino, per carità. Però tre parole dell’allenatore a partita appena finita avrebbero funzionato di più di un comunicato (giusto, doveroso) 12 ore dopo.
E poi, razzismo a parte (su cui non bisognerebbe nemmeno discutere, e invece ogni volta sembra di ripartire da zero), vorrei che l’Inter si occupasse di sistemare le cose con la Juve. La questione Lukaku e la questione Handanovic vanno affrontate forti di testimonianze audio e video. Non mi interessa quante giornate daranno a Cuadrado: mi interesserebbe vedere l’Inter che cerca di farsi rispettare. Tanto più se la controparte è la Juve, che con noi non deve abituarsi nè a giocare a volley nè a fare le risse tipo “Altrimenti ci arrabbiamo”. Ecco, sì: arrabbiamoci e basta. Con classe, eleganza, rispetto. Ma arrabbiamoci.