
Non trovate che la Nazionale giochi troppo spesso? Una pausa al mese è un po’ eccessiva, no? Che poi la pausa è per noi, non per loro, i giocatori. Soprattutto se una squadra – prendiamone una a caso: l’Inter – ha quei 2-300 nazionali in rosa ed è tutto un fiorire di passaporti e carte d’imbarco e tutto si risolve con un bel turno infrasettimanale fake (noi vorremmo l’Inter, non la Nazionale) eppure vero (loro vorrebbero riposare, invece giocano due partite). Io poi penso sempre a Lautaro, che magari vorrebbe andare alle terme a farsi una jacuzzi di tipo 3 ore per sciogliersi i muscoli dalla nuca in giù e invece prende l’avion, cambia emisfero, gioca con Uruguay e Brasile e poi riprende l’avion e qualcuno magari pensa che nella pausa si è rigenerato.
A parte tutto questo – che con i nostri 2-300 nazionali in rosa è un problema – c’è poi la questione dell’emozione che si interrompe. E qui, oggi, 13 novembre, non so che posizione prendere, più che altro per pudore. Nel senso che ieri sera c’era una forte emozione nell’aria, un gasamento potente, diffuso, che è sempre una bella cosa. Ecco, forse un tantinello esagerato se pensiamo che tutto questo si generava dopo un 2-0 in casa con il Frosinone alle 12esima di campionato, mica dopo un 7-0 al Real Madrid in una semifinale di ritorno di Champions. Certo, la vinci con un tiro da 56 metri che resterà negli annali e con un rigore procurato con uno slalom che Pierino Gros al confronto era un manichino dell’Oviesse. Ma è sano?
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Certo che è sano, vivaddio, è sanissimo. Ma se non ci fosse ‘sta cazzo di pausa delle nazionali, come saremmo andati alla sfida con la Juve? E come ci andremo tra due settimane, con la pausa in mezzo? Era meglio andarci gasati da un 2-0 al Frosinone? O sarà meglio andarci dopo aver metabolizzato la nostra esatta dimensione (e quella altrui) e la qualità degli impegni che ci attendono, a cominciare dalle tre trasferte in sette giorni – Juve, Benfica, Napoli (con allenatore nuovo) – che sarà il nostro vero esame di maturità?
Io Juve-Inter l’avrei giocata domani, accidenti, e invece è in programma domenica 26, cioè tra una vita. Ma questo riguarda solo la fanciullesca e bulimica voglia di Inter. Juve-Inter è invece diventata una cosa maledettamente seria. La Juve ha due punti in meno di noi, cioè nulla, una partita che noi abbiamo vinto e loro hanno pareggiato. Le partite della Juve sono di una bruttezza rara, ma ne vincono tre su quattro e questo è un fatto. Alla fine tutte inciampano o sprofondano (il Milan che era andato a +2 adesso è a -8, il Napoli è a -10) e a galla resta la Juve. Che novità, eh?
Sarebbe stata una figata giocarla subito, questa sfida. Invece dobbiamo gestire un’attesa lunga due settimane. A suo modo, una figata anche questa. C’è poi una terza figata: è l’Inter. Che ci prende ogni voglia di più, ci trascina a cantare e pogare anche con il Frosinone. Oh, mettiamola così: finchè dura, va tutto benissimo. E la missione è proprio questa: farla durare il più possibile (perché poi il resto vien da sè).