
Chiudere il girone di Champions imbattuti con 12 punti e arrivare secondi dietro alla Real Sociedad rischia di passare al parzialissimo archivio di questa stagione come una delusione, magari piccola ma significativa. Lunedì sera sapremo dare la dimensione definitiva alla cosa: andare al sorteggio da secondi ci mette di fronte al rischio di un ottavo tosto / difficile / quasi impossibile; fossimo arrivati primi, avremmo potuto pescare anche nelle categorie morbido / buono / fattibile.
Ormai la frittata è fatta. Dovevamo vincere e invece abbiamo fatto 0-0, contro una squadra che ha messo la sua tostaggine – ce n’eravamo accorti all’andata – al servizio del suo obiettivo, quello di pareggiare, e l’ha portata a casa giusto con un paio di spaventi, ma niente di che. Non si può rimproverare all’Inter nulla sulla “presenza” in partita, per carità, giocata sempre sul pezzo. Ma sul fatto di avere cercato in modo spasmodico di vincerla, ecco, qualche rimpianto resta.
E dunque era il caso di fare turnover, sapendo di dovere vincere contro una delle rare squadre che in questa stagione ti ha messo in seria difficoltà?
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Tra i rimpianti, quello più clamoroso è l’aver visto un scintillante Thuram e un sempre pericoloso Lautaro giocare i loro spezzoni di partita con due partner-fantasma, quando un’oretta dei due insieme forse avrebbe prodotto l’effetto desiderato – cioè metterla. Non impazzisco per le statistiche ma non posso fare a meno di guardarle e fare raffronti: beh, è stata un’Inter a scartamento ridotto rispetto al solito, anche solo a tre giorni fa, ben sapendo che l’Udinese non è la Real Sociedad, certo, però il tarlo resta.
Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, possiamo compiacerci del fatto che siamo qui a lamentarci di una partita non vinta, senza aver subito gol (la tredicesima volta da agosto, un’enormità), avendo chiuso in testa il girone di Champions da imbattuti (condannati solo da due golletti di differenza reti) dopo aver raggiunto la qualificazione con due giornate di anticipo. Ecco, ci stiamo lamentando di tutto questo. L’anno scorso di questi tempi, al confronto, avremmo dovuto darci fuoco come bonzi.
E a differenza di un anno fa, al sorteggio non saremo solo noi ad avere paura. Per le prime, l’Inter sarà la squadra da evitare. Per noi, sarebbero da evitare quasi tutte. Non vorrei il City (lo vorrei adesso, che fa abbastanza cagare, ma a febbraio magari ne farà cinque a partita), nè il Real (squadra da Champions se ce n’è una), nè il Bayern (eh, fa paura). Le altre vanno “bene” (notare le virgolette): cioè, sono tutte forti, ma un po’ più vulnerabili. Tra le seconde ci sarebbe stato l’imbarazzo della scelta, ma non siamo arrivati primi. Ed è solo colpa nostra.
(per l’angolo Podcast, vi ricordo che io e il mio socio aspirante pensionato attendiamo sempre i vostri vocali al numero dedicato Whatsapp 351 351 2355. Cosa dovete dire? Quello che vi pare. Tipo: chi vorreste in Champions? Chi non vorreste? Quale squadra vorreste fosse radiata dal campionato di serie A? E perchè proprio la Juve?)
(il podcast, che viaggia verso il trentesimo episodio, oltre che su Spreaker – il cui player trovate qui sul blog – lo potete ascoltare anche su Spotify, Audible, Apple Podcast, Google Podcast e tutte le principali piattaforme. Non lo trovate? Seguite questo tutorial: scrivete “Settore” o “interismo moderno” nell’apposito campo e per incanto vi apparirà. Oppure, certo, potete non ascoltarlo. Belli stronzi)