Allora, facciamo ordine.
- Siccome qui siamo tutti interisti assolutisti tripletisti avventisti della seconda stella, ma non siamo nè terrapiattisti nè disonesti, diciamo pure con serenità che il nostro caro amico Bastoni ha fatto una cazzata che poteva costarci caro. Questo, in assoluto. Ora però contestualizziamo, perchè i terrapiattisti amnesisti temporaneisti sfigatisti ce li abbiamo attorno, e sono tanti, milioni di milioni.
- Se guardato bene e con un minimo di obiettività, il filmato racconta tutto. Bastoni e Duda (come avviene ogni mese in circa 17 milioni di azioni di calci d’angolo dalla Serie A agli amatori a 7) si strattonano pesantemente per prendere posizione/marcare l’altro. Poi, col pallone ormai lontano, tornando verso il centro del campo, sembra che i due si mandino affanculo reciprocamente (per un momento si guardano). Duda va verso Bastoni (magari per provocarlo, o forse no, senza una specifica intenzione: comunque cambia direzione, va verso di lui), c’è un contatto, Bastoni lo scosta con una sbracciata. Guardate, questo forse già basterebbe a vederci un fallo (con le immagini immediatamente a disposizione del Var, che sono quelle della tv, non ancora quelle dei telefonini degli spettatori), quindi il punto non è questo. Ma che tutta Italia (compresi diversi Tg di diverse testate in prime time) parli tuttora di gomitata fa parte di una specie di mistificazione collettiva della quale non c’è alcun bisogno. Bastoni allontana Duda con una bracciata. Quando Duda cade, il braccio di Bastoni – liberato dal peso del corpo di Duda – va verso l’alto. E’ molto semplice. Provate con un vostro amico.
- Già da alcuni minuti i giocatori del Verona avevano iniziato a buttarsi per terra a ogni contrasto, refolo di vento, starnuto, peto. Lo posso capire, trattandosi di una squadra pericolante che stava portando via un sudatissimo punto da San Siro, ma non lo posso per questo convidere. Un giorno dovremo anche finirla con queste scenate: ma cazzo, non lo sanno i giocatori che ogni loro movimento è ripreso da dieci telecamere? Lo sanno, ma se ne fottono, anche se noi in tv li vediamo fingere o esagerare e diciamo “oh, va’ che pirla”. La scenata di Duda per una spinta di Bastoni che lo allontana da sè con l’avambraccio, fingendo di essere colpito da un colpo di scimitarra alla carotide e cadendo come un sacco vuoto manco avesse preso un pugno alla mascella da Roberto Duran, spero gli sia ritorta contro di per sè: non era credibile, fa ridere.
- In un mondo perfetto, forse la decisione giusta sarebbe stata ammonire entrambi: Bastoni per – chiamiamolo così – falletto di reazione e Duda per simulazione, al netto di una provocazione in cui Bastoni non doveva cadere. Questo con le immagini a disposizione e col poco tempo a disposizione. Il gol dell’Inter sarebbe stato annullato e Frattesi avrebbe mostrato le mutande al mondo invano. Fosse stato annullato, oggi saremmo qui noi, indignati, a denunciare la patetica simulazione di Duda e l’insostenibile leggerezza del Var. Il mondo non è perfetto perché – tra i mille altri motivi – il Var non è perfetto.
- Perché il Var non è perfetto? Qui potremmo discutere per ore. My two cent: con tutta la sua imperfezione, io il Var me lo tengo stretto e non tornerei più indietro manco se mi dessero un milione (vabbe’, forse per un milione potrei discuterne) (scherzo). Il Var è vicino alla perfezione per il fuorigioco, così come la goal line technology ha tolto ogni dubbio sui gol/non gol. Ma è ancora evidentemente lontano alla perfezione per altre situazioni. Non mi inoltro in pipponi regolamentari perché non ne so abbastanza, ma c’è una zona grigia di difficile intellegibilità – la discrezionalità dell’arbitro e i limiti di azione del Var – che rimarrà sempre fonte di malumori, casini e shit storming. Le decisioni, poi, giuste o sbagliate che siano, non vengono mai spiegate: dagli arbitri, dico, non dagli opinionisi o dai soloni di turno che vengono più o meno quanto me. My other two cent (total, four cent): così come i fuorigioco di tallone li prendo così come sono (a volte a mio favore, a volte a favore degli altri), anche i presunti errori del Var li prendo per come sono, la decisione random di una ruota che gira. Stavolta ha detto bene a noi. Capiterà anche il contrario (ci siamo abituati).
- A proposito di abitudine: tutto, proprio tutto, ma la lezione dagli juventini no, dai. Un po’ di pudore. Alla seconda giornata di campionato un giocatore del Bologna che stava tirando in porta (a porta vuota) è stato falciato da dietro: doveva essere rigore più espulsione e, incredibilmente, non fu nulla. Siamo un gradino sopra l’affaire Bastoni, forse due. Quindi discutiamo, incazziamoci, versiamo ettolitri di sarcasmo, ok, tutto comprensibile. Ma le lezioni anche no (e sono andato indietro solo al 27 agosto 2023).
- Torno al punto 5. Che si debbano accettare i responsi di un dispositivo ipertecnologico come il Var in modalità Ruota della (s)fortuna è di per sè indice che qualcosa non va. Non è colpa nè dell’Inter, nè della Juve, nè del Verona, nè del Bologna. Dall’inizio dell’era Var è tutto un ritoccare le regole, che di per sè non è una cosa da disprezzare se si tende a migliorare le cose e a rendere oggettivamente più funzionante l’accrocchio giudizio umano-occhio elettronico. Ma, come si vede, c’è ancora qualche falla inspiegabilmente evidente.
- Torno al punto 2 (e chiudo). La falla c’è, ok. E cosa succede se milioni di persone si mettono lì a tirare la lamiera per allargarla? Se milioni di persone si autoconvincono tra di loro – ma sì, ma guarda, è evidente! – che quella di Bastoni è una gomitata, non c’è Var che tenga. E l’autosuggestione è una brutta bestia, ragazzi, ma proprio brutta (provate a digitare “gomitata Bastoni”: ci sono fiori di testate che parlano di gomitata e non lo correggeranno mai). E finirà che in sala Var ci dovremo mettere anche un crimonologo forense e uno psichiatra. E magari la macchina della verità. Al che io, smanettando sul telecomando, dirò: “Aho, speravo de morì prima”.