di DARIO
Sì, penso che il Triplete sia un po’ anche merito di tanti di noi e di conseguenza anche un po’ mio.
Non sono essendo giovanissimo, di partite dell’Inter ne ho viste parecchie. Ho iniziato nei primi anni ’60 da ragazzino ad andare a San Siro con mio padre, naturalmente pure lui grandissimo nerazzurro, ma non mi dilungo con racconti sulle due Coppe dei Campioni consecutive vinte con Sarti, Burgnich Facchetti ecc. e sulla gioia di essere presente anche a Inter-Liverpool del 1965 (spettacolo che non dimenticherò mai ) e poi esserci anche per la finale col Benfica e vedere alzare la Coppa con le grandi orecchie a San Siro in una serata sotto un diluvio universale con lo stadio impazzito! Da brividi.
Dal 1970 mi sono abbonato al primo anello verde (quando si chiamava ancora distinti e si poteva “girare ” tra un tempo e l’altro per andare dietro la porta in cui attaccava l’Inter) con un gruppo di amici con cui vado tuttora.
Ok. Adesso però mi concentro sul grande anno 2010, e il film della stagione mi ripassa davanti perchè dal 5 maggio, data fino ad allora nefasta per noi e spesso ricordata con sfottò vari da chi sappiamo, sono poi iniziate le nostre gioie e il loro incubo, e che gioie! Per arrivare a quelle gioie ci sono stati momenti particolari e serate meravigliose tipo Inter-Barcellona a San Siro, ma non dimentichiamo che ne abbiamo anche avute di difficili e personalmente quelle più sofferte sono… tutte. Ma l’ultima di campionato a Siena in particolare, una cosa da cuore in gola con la palla che non voleva entrare e i minuti passavano e noi soffrivamo finchè finalmente El Principe Milito l’ha buttata dentro!
E in Champions? Penso alla trasferta a Kiev risolta al 90esimo, ma soprattutto alla semifinale a Barcellona in 10: eravamo a un passo da un sogno, l’ansia, l’angoscia, la tensione, il nervosismo, il patema d’animo, e la paura che tutto quello fatto fino a quel punto potesse svanire. E il terrore puro al gol subìto e giustamente annullato. Poi finalmente il triplice fischio, ero esausto, sfinito e stravolto ma impazzito di gioia: eravamo in finale!
Dopo 38 anni di attesa eravamo tornati al posto che ci spettava. Adesso iniziava il capitolo caccia al biglietto. La settimana precedente la finale, sabato 15 maggio inizia la prevendita a Milano in via Massaua per i tesserati, e dopo lunghe ore di coda conquisto il mio biglietto che però cedo da buon padre a una delle mie figlie stratifosa (l’altra figlia era già entrata in possesso di un biglietto) e mi metto alla ricerca di un altro per me con l’ansia e l’agitazione di non trovarlo. Poi mercoledì 19 il miracolo! Trovo combinazione biglietto più volo per due persone, partenza sabato mattina alle 6 da Malpensa, ritorno subito dopo la partita.
Felice come un bambino nel giorno di Natale coinvolgo uno dei miei più cari amici e mio vicino di posto allo stadio, Mauro, e così inizia l’avventura.
Auto fino Malpensa, aereo, pullman e finalmente la tanto agognata Madrid, già invasa da una marea neroazzurra che intonava canti e cori. E dopo aver girovagato sotto un sole cocente in lungo e in largo per strade e bar, alle 17 finalmente ecco davanti a noi il Bernabeu dove tutto si sarebbe compiuto. Ho ancora i brividi mentre scrivo: il sogno si stava avverando e avrei vissuto un momento storico che poteva culminare col Triplete.
Non potevo non essere presente in un giorno così speciale, soprattutto per tifosi come noi disposti a tutto e sempre vicini alla nostra squadra negli anni. Confesso, ero convinto che si vincesse, non c’era storia, eravamo i più forti, avevamo aspettato 45 anni, ne avevamo viste di ogni , era il momento di vincere, di alzare la Coppa nel cielo di Madrid, come nel 1964 avevamo alzato la Coppa Intercontinentale nello spareggio con l’Independiente con un favoloso gol di Mariolino Corso ai supplementari.
E infatti è andata così. Al gol di Milito ho capito che eravamo vicini, al secondo gol poi… E finalmente in un delirio di emozioni, di gioia, di lacrime, di abbracci abbiamo alzato la Coppa e abbiamo fatto il Triplete. Non ho più parole per descrivere le sensazioni provate e anche in questo momento, mentre sto scrivendo, mi commuovo ancora.
Per tutta questa serie di motivi mi piace pensare che nel Triplete ci sia anche un po’ di merito mio, e un po’ di tutti i tifosi interisti perchè abbiamo una storia da poter raccontare e soprattutto da non dimenticare mai! L’uscita dallo stadio e il tragitto fino all’aeroporto… esaltazione totale, un continuo abbracciarsi , una festa senza sosta , un coro unico. E il ritorno a Milano è stato la continuazione di momenti che non scorderemo mai. Grazie, un abbraccio a tutti i tifosi interisti, al nostro presidente Moratti, ai giocatori, all’immenso Josè. Amala!
COMUNICAZIONI DI SETTORE. Cioè, ma davvero sabato giuoca l’Inter? In attesa del calcio asettico e silenzioso che ci aspetta, se volete far durare l’anniversario del Triplete un po’ di più, continuate pure a mandarmi le foto e la storia del vostro Triplete, del vostro 22 maggio, robe così, tra amici. Temete di non essere all’altezza del Pulitzer? Boh, se vi fidate sistemo io. E se volete sottoporvi alla gogna mediatica della rubrichetta di successo “Foto dei lettori alla ricerca di facile notorietà sfoggiando il simpatico volumetto sfornato da Settore”, fotografatevi o fatevi fotografare. Poi mandate il tutto a r.torti@gmail.com e sarete esposti al pubblico ludibrio.
MILANO (NEW!). Care amiche e cari amici di Milano, sono lieto di annunciare che il libro è arrivato alla Libreria dello Sport. Ringrazio il caro C., alias Jamesscott, che ieri in perfetto outfit Covid certifica l’avvenuto approdo de “Il Triplete è merito mio” nella capitale morale d’Italia. Eccolo: ha acquistato il tomo nella prestigiosa libreria di via Carducci e mi ha mandato in tempo reale la foto. Poi dicono che i blog non servono a un cazzo. Questo è un vero blog di servizio.
INFORMAZIONI DI SERVIZIO. Sto scrivendo a palla come non mi capitava da decenni, e in calce ogni volta ho messo tutte le info, ma qualcuno continua a chiedermi: scusa, dove cazzo trovo ‘sto libercolo? E quindi lo ripeto per la settecentesima volta. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, e ora a Milano (vedi sopra, Libreria dello Sport), ed è in vendita on line su Ibs.it e anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Su Ibs. it c’è scritto “disponibile in tre settimane”: in realtà, è ormai accertato da numerose segnalazioni che arriva molto ma molto prima. Poi c’è anche la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere. Infine, se proprio non ce la fate, potete fare una cosa simpaticamente old style: scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione. Nel senso che Giorgio – uomo efficiente, paziente, onesto e ovviamente interista – il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio direttamente al vostro domicilio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).
Evvai!!
(però confesso che stavolta non avevo letto…)
Non vale !
Io non solo ho letto, ma ho avuto anche una telefonata di lavoro… 🙁
Comunque…bellissima storia, Dario. Mi commuovevo anch’io, nel leggere il tuo racconto. Era palpabile l’emozione.
Grande tributo per chi era presente a quell’Inter-Liverpool!
….c’ero…. e il giorno dopo completamente afono.
Cavoli Dario, che incredibile storia!!
Hai poi vissuto tutte e tre la Champions in diretta, numero uno!!!
Grigio 47, ma come fai ad essere sempre primo? 🙂 ?
Da parte mia, non vi ho mai detto che un mese prima della finale al Bernabeu ero in vacanza qualche giorno a Vienna ed ha portato benissimo andare ad onorare il Prater di Vienna, glorioso stadio della nostra prima Coppa dei Campioni 🙂
Sector FENOMENO grazie
Grigio 47, ma come fai ad essere sempre primo? ?
Eggià, adesso ti spiego i segreti (secreti) del mestiere….
😉
😉
(in realtà, è solo cxlo)