Maggio 2010-maggio 2020: quanti ricordi, non basterebbe un libro (st. 1, ep. 1)

(ma no dai, in realtà uno basta)

Stagione 1, episodio 1

(città del nord capoluogo di provincia in quarantena da quel dì, interno giorno o sera, tanto è uguale)

Scusa, ma dove cazzo eri finito?

E dove vuoi che fossi? Non sono un virologo, non gestisco emergenze, non ho soluzioni per la crisi, il calcio è fermo, l’Inter non gioca. Di che cazzo scrivo? Di giardinaggio? Non so distinguere una peonia da un cactus.

Vabbe’, parliamo di questi dieci anni. Forse un libro non basta a raccontare quella stagione.

No, dai, un libro può bastare. In fondo cosa sarà mai successo di così clamorosamente fondamentale e irripetibile nel 2010?

Perché sorridi?

No, così.

E pensi che sia un libro scomodo? No, insomma, diciamolo: è un parto difficile.

Sai, ho pensato a molte cose. Anche che uno juventino cinese avesse creato il virus in vitro per bloccarne l’uscita per sempre. Avranno trovato un pipistrello in una grotta di Villar Perosa e bòn. Gli juventini sanno essere cattivi, gli viene facile. E niente, avevo programmato una lunga primavera di microanniversari, un contro-calendario di decennali di questo e di quello. Presentazioni di qui, presentazioni di là. Pensavo di cominciare a marzo, da Chelsea-Inter. E toh, siamo già a maggio.

A proposito. Perché sei partito dal 24 gennaio 2010 per raccontare tutto? Prima non era successo niente?

Praticamente sì, non era successo niente. Un campionato piuttosto livellato verso il basso, in cui – a parte il meraviglioso derby d’andata – partiamo senza grandi effetti speciali, e per qualche settimana stiamo pure dietro alla Samp e alla quasi peggior Juve del millennio – abbiamo pure perso a Torino, tzè. Ma non c’era storia, ci è bastato rialzare un po’ la testa per prendere il largo facile. In Champions, invece, un girone rognoso in cui dopo 3 partite abbiamo 3 punti e un bel giorno rischiamo di mandare tutto a ramengo per un gol di Sheva. Tu hai presente che a 5 minuti dalla fine della quarta partita della fase a gironi, con tre punti in classifica dopo tre partite, stavamo perdendo 1-0 a Kiev?

Poi abbiamo vinto 2-1.

Sì, amico mio. Siamo stati appesi a un filo. Lo siamo sempre, mi dirai. Ma quella volta, sant’iddio, a che fottuto filo eravamo appesi?

Terribile. Torniamo al 24 gennaio 2010.

Avevamo 6 punti di vantaggio sul Milan, che aveva una partita in meno e in quel momento era l’anti-Inter. Ci avessero battuti, ci avrebbero virtualmente raggiunti. Nella prima mezz’ora gli facciamo un culo imbarazzante, 1-0, poi cacciano fuori Sneijder per quella faccenda dell’applauso all’arbitro. In dieci la vinciamo uguale, 2-0, poi all’ultimo minuto rigore per loro ed espulsione per noi. Siamo in nove e c’è ancora il recupero da giocare. Julio para su Ronaldinho, boato, trionfo.

E quindi?

Poi Josè va in sala stampa e fa uno dei suoi best show ever. E io in soggiorno, al buio, davanti alla tv accesa seguo le parole dello Speciale con le braccia alzate. “Con questo vinciamo tutto”, dico.

E quindi?

E quindi da dove potevo partire se non da lì?

(1-continua)

(Non è colpa di nessuno, a parte il virus: il libro di carta per qualche giorno ancora non c’è. Ma la versione eBook è già disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio o, per gli amanti dell’editoria internescional, nientemeno che su Barnes&Noble e BajaLibros.com)

Questa voce è stata pubblicata in Inter, questioni importanti e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

9 risposte a Maggio 2010-maggio 2020: quanti ricordi, non basterebbe un libro (st. 1, ep. 1)

  1. Ellevu scrive:

    Primo.
    Ma ha senso oramai?

  2. vittorio scrive:

    Daghe fisso sector

  3. Mauri scrive:

    Terzo. Finalmente, bentornato Sector

  4. TOTO scrive:

    Buongiorno.
    Grazie, non ne potevo più.
    Stare senza il blog, in quarantena, poi!
    A M A L A (anche se non gioca da una vita)

  5. TOTO scrive:

    Ora ho letto, anche.
    E, non me ne vogliate, aspetto qualche giorno per il cartaceo!

  6. grigio47 scrive:

    Fiuuuu…. avevo terrori….

  7. gianfba scrive:

    Bentornato Settore.
    Lo leggerò in giornata, sperando che possa essere un efficace rimedio contro il mio personale COVID (COnte VIrus Disease) che mi attanaglia da tanti mesi.

  8. Scetticonerazzurro scrive:

    Innanzitutto un ben tornato a Sector: nei tempi luttuosi che stiamo attraversando la commemorazione (è il decennale!) di un’impresa, la più importante della nostra storia, condita, immagino, dell’ironia di cui l’autore è largamente provvisto, mi sembra quanto mai opportuna e ben augurante in vista di un ritorno a quella normalità che ci faccia di nuovo apprezzare anche le cose oggi ritenute futili, ma in fondo necessarie a rendere più interessante la nostra esistenza. Quindi, buona fortuna al suo libro, che del resto confesso di aver almeno desiderato di scrivere anch’io, se anni, memoria e soprattutto impossibilità di effettuare ricerche tra le migliaia di fonti orali e scritte dell’epoca, non mi avessero dissuaso dal tentarlo. Le vicende sportive di quei due mesi rappresentano un unicum, probabilmente irripetibile, non solo della nostra storia, ma del calcio in generale, imprevedibile perché vissuto partita dopo partita nell’incertezza di risultati, guadagnati sul campo contro i pronostici tutt’altro che favorevoli, anche per l’effettivo prestigio di cui godevano le squadre avversarie, le più attrezzate del continente. Vera impresa anche per i tempi ravvicinati delle partite (18 in soli 56 giorni, quindi una partita ogni tre giorni per due mesi di seguito, cosa che per una squadra italiana tradizionalmente allergica a impegni del genere ha il sapore di un autentico miracolo), e con un crescendo nel rendimento e positività di risultati contro ogni pronostico, fino alla splendida partita di Madrid. Anch’io sarei partito dall’impegno col Chelsea, quando la fiducia era veramente sotto i tacchi e nessuno, dico nessuno!, prevedeva una simile marcia trionfale. Leggerò il libro e, son sicuro, lo troverò rispondente alle mie personali convinzioni, ricco di folgoranti battute secondo lo stile dell’autore. Del resto, che di meglio in tempi maligni, certo poco adatti al sorriso, ricordare con ironia episodi felici del passato?
    Buona domenica e buona fortuna a tutti.

  9. Inverno in inglese scrive:

    Ci voleva questo nuovo post, un saluto a tutti con affetto, spero al più presto di tornare a leggere i vostri commenti sulla nostra Inter

I commenti sono chiusi.