Le parole sono importanti

(da Open)

Le stronzate che si dicono da tifosi – e tra tifosi – sono così innumerevoli ed ecumeniche che potremmo limitarci a trattare quella di Roberto Saviano, appunto, come una stronzata qualunque di un tifoso qualunque. Nel giorno in cui è morto il Papa potremmo qui, adesso, osservare intimamente un minuto di silenzio e riconoscere i nostri peccati – quelli commessi in qualità di tifosi: non basterebbe un minuto, penso, perchè ognuno di noi ha una rispettabilissima vita da cui prende 90 minuti (più recupero) di licenza ogni settimana (anche due volte la settimana) (gli interisti, in questo periodo, si trasfigurano spesso) e niente, fa o dice cose di cui un giorno potrebbe pentirsi, pur nella consapevolezza generale che il tifo sia una zona franca per i cervelli di chiunque.

Non è detto che ci si trasformi per forza in esseri mostruosi: a seconda delle occasioni si torna bambini o ci si avvicina alla morte, poi si riprendono sembianze umane e via così, fino alla successiva licenza. Per dire: la sera di Inter-Bayern noi interisti eravamo creature eteree a spasso per il paradiso, dopo Bologna-Inter (tre giorni dopo, parevano tre mesi) sembravamo gremlins che sparavano ai santi per tirarli giù uno a uno come al luna park. E’ il tifo, non possiamo farci niente. Cioè, potremmo. Ma non lo facciamo.

Non lo fa nemmeno Saviano, pensa un po’. Saviano, però, non è un tifoso qualunque. E soprattutto la stronzata che ha detto non è una stronzata qualunque. E’ una stronzata terribilmente specifica e dannatamente autorevole.

Voglio dire: se il mio amico Pippo dell’Inter club Borgoratto Mormorolo sul pullman che va a San Siro mi dicesse che “Caravaggio fa cagare perchè sicuramente tifava Atalanta”, io gli direi “sì, certo” e mi periterei di non sedermi con lui nel viaggio di ritorno (cioè, non avrei voglia di stare lì a dirgli “a parte la cosa dell’Atalanta, vabbe’, vieni con me una mezz’ora a Roma in San Luigi dei Francesi e poi ne riparliamo”, anche perchè mi direbbe Roma merda, Francia vaffanculo, forza Inter, vabbè, i tifosi dicono un sacco di stronzate). Se però fosse Sgarbi a dirlo con una storia sui social o in tv a reti unificate, “Caravaggio è un assassino mezzo matto e i suoi quadri fanno cagare”, il pesante e circostanziato giudizio su Caravaggio assumerebbe un rilievo un po’ diverso. Una stronzata, certo. Ma una stronzata d’autore. Un autore tanto autorevole che qualcuno potrebbe prenderla per buona, la stronzata.

A Saviano la storia delle infiltrazioni ‘ndranghetiste nella curva dell’Inter è piaciuta molto, professionalmente. Ci ha dedicato tempo, ne ha scritto, parlato, raccontato. E non mi stupisce, perchè Saviano si occupa di malavita organizzata e quella delle infiltrazioni ‘ndranghetiste nella curva dell’Inter è una storia di malavita organizzata, che ci piaccia o no. Non credo sia piaciuta a nessun interista, così come non sarà piaciuta nemmeno a nessun milanista per la loro quota parte. Figurarsi ai tifosotti come me, a cui non piacciono mafiosi e camorristi ma nemmeno le curve, a prescindere da qualsivoglia infiltrazione.

Ora, matchando il tifoso che c’è in noi con il professionista che c’è in noi, posso anche capire che in un attimo di black-out cerebrale tipico del tifoso a Saviano (che quindi stava occupando il suo tempo a gufare l’Inter: interessante, lo umanizza) sia scappata una frase sgradevole. Una frase che poggia su una realtà altrettanto sgradevole, anche se mettere in relazione la mezza rovesciata di Orsolini con la mafiosità della curva dell’Inter è piuttosto acrobatico, tipo la suddetta mezza rovesciata. Ma facciamo che tutto questo possa essere definito concepibile, nell’ottica di un tifoso del Napoli che sta guardando Bologna-Inter sperando che l’Inter perda e in effetti al 94′ prende un gol. Non posso garantire, per onestà intellettuale, che a parti rovesciate sarebbe filato tutto liscio, e che 7 milioni di interisti avrebbero detto tutti “ohibò, i partenopei hanno perso, bene, me ne compiaccio” e non magari “Aaargh! Forza Vesuvio!”, no, non lo posso garantire.

E’ la seconda parte della frase che non è accettabile. Perchè se “la curva più ‘ndranghetista del paese” può essere il giudizio di un esperto che poggia su circostanze purtroppo reali, dire che l’Inter “fa dell’ambiguità con i clan la sua cifra” è un’enormità diffamatoria cui spero che la società reagisca con fermezza nelle dovute sedi. Il rispetto che merita Saviano non è sconfinato, il credito che vanta per il suo impegno e per la sua rinuncia a una vita normale non gli può consentire di dire qualsiasi cosa impunemente. La cifra dell’Inter – tratto distintivo, impronta, segno, traccia, stile – è essere ambigui con la ‘ndrangheta? Ma che cazzo dici, Saviano? Tu, che di certi argomenti te ne intendi, più di chiunque altro, non puoi dire ‘ste cose. Non sei un curvaiolo del San Paolo. Sei Saviano.

La parole sono importanti e chi riveste un ruolo non può non sapere che le sue pesano molto di più. Se io dico che la carbonara fa schifo esprimo un’opinione scomposta, se lo dice Cannavacciuolo cambia la storia della cucina italiana. L’Inter, caro Saviano, ha un’altra cifra. E sai che ti dico? Tra le tue stronzate da tifoso e i piagnistei del tuo allenatore, vincere questo scudetto adesso diventa una questione di principio.

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6 risposte a Le parole sono importanti

  1. Angelo Salvatore scrive:

    Più scandaloso del post di Saviano solo il fatto che non ti abbiano ancora “Pulitzerato”. Sciapò.

  2. neroazzurro-rosso scrive:

    Bravo, bravissimo Sector!

    Spero, ma non credo succeda, che la dirigenza Inter risponda a tono in merito alle sciagurate affermazioni di Saviano (peccato, mi stava anche un po’ simpatico…mi stava, ora non più).

    Ora più che mai, come scritto nell’ultima riga del post:

    “vincere questo scudetto adesso diventa una questione di principio.”

    Marotta, fatti sentire, per piacere ed in fretta.

    AMALA.

  3. Er Pomata scrive:

    Applausi! 👏👏👏
    Credo che l’Inter non avrà nessuna reazione ufficiale, lo ignorerà: ma solo perché in questo momento bisogna restare concentrati sul campo e non buttare benzina sul fuoco. Cercando lo scontro si disperderebbero energie mentali in tutto l’ambiente, facendo il loro gioco.
    Se conosco Marotta sarà silenzio assoluto fino a giochi conclusi, dopodiché si (e ci) toglierà i sassi dalle scarpe.

  4. Cipe64 scrive:

    Il gol è contro l’intera tifoseria non contro la curva.

    Tutto dimostrare è il valore verità della sua affermazione che rimane una insinuazione.
    Altra insinuazione è il legame ipotizzato con la società.

    La società vede lesa a sua onorabilità da una volgare esternazione da curvaiolo su una pubblica e vasta piazza. Dovrebbe querelarlo immediatamente.

    Sul livello del personaggio….

    Per tanto tempo ho ammirato il coraggio delle sue denunce e l’ho difeso da attacchi strumentali.

    Da quando, secondo me, ha venduto la sua anima per i guadagni della serie televisiva, l’ho declassato a opportunista traditore delle sue battaglie.

    Ho svolto servizio civile in prima linea in un quartiere ad alta densità mafiosa e ne conosco codice e cultura.

    La sua serie, per quel tipo di platea, è una glorificazione del codice mafioso e crea un’epica molto pericolosa per giovani camorristi/mafiosi e aspiranti tali.

    Vista da occhi che non accettano quel codice non è così, la serie rimane di denuncia, ma calata nel contesto culturale mafioso è un grande spot della mafia.

    Lui questo per me non può ignorarlo ma lo accetta per soldi.

    Questa la mia opinione sul personaggio.

  5. kikkina scrive:

    sempre PERFETTO, Settore!! 👏👏👏 Chapeau!

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