L’inizio della fine (forse)

Dovendo morire tutti – perché voi sapete che andrà così, moriremo tutti, senza offesa – si potrebbe dire che il quinto strafottuto derby stagionale è stato l’inizio della fine. Cioè, letteralmente: il primo atto del finale (di stagione), che terminerà tra un mese quasi esatto, il 25 maggio, o nella più orgasmatica delle ipotesi sei giorni più tardi. Come primo atto, ecco, non è andato benissimo. Tanto che al concetto di inizio della fine potremmo rassegnarci a dare un senso un filino più apocalittico: insomma, non solo moriremo tutti – perché è umano che vada così, in un futuro più o meno prossimo – ma (rumore prolungato di tuoni) siamo già morti.

Nel mio cervellino da tifosotto, un significato supremo io davo al derby di Coppa Italia: quello del trampolino. Mi auguravo, anzi, beata ingenuità, proprio mi immaginavo un derby finalmente vinto, un derby booster di energie e vitalità in vista di impegni ancora più importanti nei sette giorni successivi, prima in campionato (in quell’Inter-Roma che ieri nel giro di un paio d’ore ha cambiato giorno e orario tipo diciassette volte) e poi in Champions a Barcellona. Non era la semifinale di ritorno della Coppa Italia con il match point in casa, no, alla Coppa proprio non pensavo. Inter-Milan era una partita trampolino.

Purtroppo è andata come peggio non poteva andare, se consideriamo che questa partita l’abbiamo stradominata per mezz’ora, per poi prendere gol al primo tiro, prenderne un altro per un misto di ignavia e di sfiga, vagare per il campo storiditi per una decina di minuti e poi riprendere inutilmente a macinare gioco e occasioni prima del colpo di grazia. Ci si può arrabbiare per una partita così? Sì, certo, ma anche no. Ce l’abbiamo messa tutta. Il problema è che quel “tutta” è da quantificare con realismo.

In tre giorni abbiamo perso due partite basilari. Quel che spaventa è che le abbiamo perse senza segnare un gol e non mi ricordo da quanti mesi, anni o lustri l’Inter non segnava gol in due partite di fila, boh, forse c’era ancora la lira. Anche Inzaghi a fine partita era seriamente preoccupato. Forse, come tanti di noi, avrà pensato ai due significati di inizio della fine e gli sarà venuto un brivido.

Ora che inizia la fine (della stagione) dobbiamo rimandare la fine (nostra). A essere oltremodo ottimisti, dopo quella che abbiamo visto stasera, si corre il rischio di sembrare un po’ ridicoli. Preoccupiamoci, invece. Con sobrietà. Per la prima volta da otto mesi a questa parte non siamo più dentro a tutto. Non so – non credo – che tolto il peso della Coppa Italia ci sentiremo più leggeri, non dopo uno 0-3 col Milan. Di sicuro, abbiamo altre sette partite da giocare (e il sogno di una ottava). Proviamo a pensarla così: sono poche. Proviamo a raccogliere tutto ciò che resta in energie e orgoglio. E a ripartire.

E’ l’inizio della fine, con quale significato ancora non si sa. Fosse quello peggiore, ringrazio sin d’ora l’Inter per la meravigliosa emozione protratta otto mesi. E se c’è ancora voglia e forza di protrarla ancora per un po’, ragazzi, non siamo qui con voi, tutti, sempre.

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4 risposte a L’inizio della fine (forse)

  1. Massimo scrive:

    Siamo morti.

  2. d@nilo scrive:

    Naahhh…non ancora. . . . . Que sera sera…whatever will be will be… the future’s not ours to see…… que sera sera

  3. d@nilo scrive:

    . . .what will be…will be.

  4. Spillo scrive:

    …e in America speriamo ci vadano solo i primavera e gli acquisti tempestivi che ausilio farà (tipo mbappè, musiala, macallister, etc).

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