Restiamo agli ultimi due anni. 29 ottobre 2022. In un agguato di puro stampo mafioso, in pieno giorno, sparano sotto casa in via Zanzottera (Milano, quartiere Figino) a Vittorio Boiocchi, quello che tutti i media definiscono “storico capo ultras dell’Inter”. Aveva 69 anni, quasi 70, di cui 26 trascorsi in carcere (quindi era un capo ultras da remoto, diciamo così, daspato fino al maggio 2023) per scontare diverse condanne tra cui rapina, sequestro di persona e traffico di stupefacenti. “Lo storico capo ultras” della mia squadra del cuore. Ah, molto bene. E’ il peggio? No.
Boiocchi viene soccorso ormai morente e portato in elicottero all’ospedale San Carlo dove muore, a 15 minuti a piedi da San Siro. E’ un sabato, alle 20,45 si gioca Inter-Sampdoria (finirà 3-0, De Vrij, Barella e Correa). La notizia arriva allo stadio un’ora prima dell’inizio della partita. La curva prima sta in silenzio, poi a un certo punto decide che tutti devono uscire in segno di rispetto per il leader morto. Tutti – compresi anziani, bambini, donne, intere famiglie – tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo con modi bruschi vengono fatti uscire dal secondo verde. Alcuni, con modi molto bruschi. E’ il peggio? No.
Un mese dopo, il 25 novembre 2022, la Curva Nord emette un comunicato sulla vicenda, “Fratelli interisti, torniamo oggi, dopo una pausa di riflessione, ad affrontare i fatti accaduti durante la partita Inter-Sampdoria del 29 ottobre scorso (…) Vogliamo lanciare un segnale distensivo nei confronti del popolo neroazzurro e di chi l’Inter la porta nel Cuore (…) Purtroppo a livello mediatico siamo stati dipinti (ingiustamente) come dei mostri. Ci siamo comunque abituati e non ci interessa. La realtà degli avvenimenti è ben altra (…) Una scelta più o meno condivisibile ma che è stata fraintesa nelle sue motivazioni più profonde (…) E’ il peggio? No.
Il 4 settembre 2024 Andrea Beretta, 49enne pregiudicato storico capo ultrà Inter (sono sempre storici, ‘sti capi ultrà) uccide Antonio Bellocco, 36enne pregiudicato legato al clan ‘ndranghetista di Rosarno, l’uomo che stava scalando le gerarchie della curva per diventare il capo (non ha fatto in tempo a diventare storico). Beretta lo ha ucciso perchè altrimenti, in buona sostanza, Bellocco avrebbe ucciso lui. E’ il peggio? No.
Il 24 settembre 2024 la Curva Nord emette un comunicato che inizia così: “Come già più volte ripetuto nei recenti comunicati, la Nord ha intrapreso una nuova rotta imboccando la strada della trasparenza e dei valori come faro da seguire per ritrovare quell’armonia messa nuovamente a repentaglio da eventi che coi frequentatori della curva non hanno nulla a che vedere”. E’ il peggio? No.
All’alba di lunedì 30 settembre la polizia arrestato 19 persone, tutti capi ultras o figure di spicco delle curve dell’Inter e del Milan, tutti nomi più o meno noti, alcuni notissimi. Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura della Repubblica di Milano, ci sono i business illegali fioriti intorno a San Siro: biglietti rivenduti a prezzi maggiorati, parcheggi controllati, merchandising, vendita di bibite all’interno dello stadio, pizzo ai paninari fuori dallo stadio. Oltre a un vasto giro di spaccio. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni. “Metodo mafioso”. E’ il peggio? No.
La sera del 15 novembre, fuori da San Siro, retto da due persone e firmato “Secondo anello verde”, viene esposto lo striscione “La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità”. Da un paio di giorni molte testate hanno riportato la notizia che Beretta, dopo i silenzi iniziali, sta collaborando con la giustizia. Trattandosi di un processo per mafia, è di fatto un pentito. Del resto, trattandosi di mafiosi, avendo ucciso un boss della ‘ndrangheta è di fatto un condannato a morte. E’ stato trasferito in un carcere più sicuro, poi si vedrà il da farsi. Intanto, da fuori, gli dedicano uno striscione. E’ il peggio?
Sì, è il peggio. Perchè se ammazzano sotto casa un criminale, come dire, è una cosa che rientra nel rischio di impresa. E se due malavitosi si sfidano a duello dentro una Smart, è un fulgido caso di selezione naturale. Ma se dopo tutto ‘sto casino, in cui finalmente si certifica nero su bianco cosa sono le curve di Inter e Milan – luoghi controllati, anzi comandati dalla mafia -, dopo tre o quattro comunicati mielosi c’è ancora qualcuno che tiene a dimostrare quali sono le logiche e le priorità della curva, allora è come se non fosse successo niente.
Tutto questo è vergognoso, fosse anche opera solo dei due che tengono sollevato lo striscione e del terzo che fa la foto. E’ una vergogna totale, un messaggio preciso e non solo a Beretta: è un messaggio a tutti, anche al resto dello stadio. Anche a noi. La curva ha un codice mafioso, lo conserva, ci tiene, lo ostenta, lo perpetua. Seppelliti i morti e chiuso in galera qualche pezzo grosso, c’è già gente che scalpita. Le curve passeranno di mano a qualche altro malavitoso. La mentalità resterà quella di prima. Molto bene.
Ma noi, noi tifosotti, noi gente normale, noi che abbiamo l’Inter nel cuore (benchè loro non perdano mai l’occasione di dire che ce l’hanno di più di noi), quando ci libereremo di questa merda? No, chiedo per un amico. Perchè da due mesi leggo, nei riguardi di quel pezzo di stadio che dovrebbe rappresentare la passione di tutti noi indivanati, cose che Gomorra al confronto è i Teletubbies. E dopo tutta questa robaccia che ci è toccato sorbire, e dopo tutta ‘sta ipocrisia della curva che cerca una nuova strada bla bla bla, il nuovo corso è uno striscione di mafiosità in purezza?
Io dal primo blu guardo il secondo verde con compatimento, fastidio, rassegnazione. I delinquenti qualche volta finiscono in galera (qualcuno all’obitorio). Ma gli altri? In questo ordinamento a cerchi concentrici, quanta gente è coinvolta in questa organizzazione di stampo mafioso e criminale? E quanti, di cerchio in cerchio allontanandosi dal centro, hanno la responsabilità morale di accettare questo andazzo in cambio di qualche salamelecco al boss, di qualche trasferta in prima fila o di un po’ di bamba a buon prezzo? Quando il resto dello stadio farà capire a questa gente che no, non ci serve più? Sogno un Meazza con i cori in filodiffusione e un bello squarcio dove ora c’è il secondo verde, con vista sul Resegone. Sarebbe un bel segnale, anche architettonico. Sarebbe il nuovo stadio, in tutti i sensi.
Primo, come l’Inter a maggio.