Essere sul pezzo

Secondo schemi tecnici e mentali che, come ho scritto due post fa, quest’anno (con una stagione lunga quasi 11 mesi e quasi 60 partite) sono improvvisamente invecchiati, dovremmo dire che l’Inter a Manchester, col City (!), ha giocato facendo ricorso a un ampio turnover, schierando quattro giocatori (tre per scelta tecnica, uno per infortunio) che non appartengono a quella che tutti consideriamo la nostra formazione-tipo, l’unica teoricamente adatta ad affrontare Rodri e compagnia bella. E invece, appunto, Simone Inzaghi ha applicato a Manchester City-Inter – la partita più difficile della prima fase di Champions e una delle partite più difficili in assoluto che si possano giocare oggi, in casa di una delle due squadre più forti del mondo – il sistema di gestione della rosa che cancella quello che normalmente chiamiamo ancora turnover. Il turnover esisterà ancora, solo che dobbiamo alzare l’asticella: ne cambi setto o otto, allora sì, è turnover. Il resto non lo è più e non lo dobbiamo più considerare tale. Con 60 partite da giocare, la formazione tipo è solo una carta da giocare, ma non è più la regola e non la deve più essere.

La cosa più bella della partita con il City è che i quattro presunti non-titolari hanno fatto tutti una buona partita, alcuni ottima. Il confine tra passare per un genio o per un coglione, in questi casi, è molto labile. Ma quello che è certo è che le scelte di Inzaghi sono state tutte azzeccate: Carlos Augusto – scelta obbligata – e Bisseck hanno fatto il loro, Taremi e Zielinski hanno fatto un partitone. I due nuovi, in particolare, ci regalano la bella sensazione di avere non due semplici opzioni in più, ma due titolari fatti e finiti. E il non-più-turnover passa esattamente da qui: da non avere 11 titolari e 11 riserve, ma 22 giocatori da ruotare tutti pronti e da ruotare il più possibile. Ne è uscita una bellissima serata: rischi di perdere ma anche – più volte – di vincere sul campo di una squadra che in coppa non perde lì da 4 anni, giochi alla pari, non segni – è un fatto non casuale, con Lautaro non (ancora) pervenuto – ma non prendi gol, fai una grandissima figura giocando un match di grande consapevolezza, di elevatissimo autocontrollo, insomma, una sciccheria.

L’inizio della stagione ci ha detto cose molto contrastanti tra di loro: c’è un’Inter che prende a pallate l’Atalanta e se la gioca alla stragrande col City, e un’altra Inter (che poi è la stessa) che si incarta col Genoa e si intristisce col Monza. Ma anche tutte le altre stanno andando avanti tra sensazioni e dimostrazioni contrastanti. Quindi l’unica cosa di cui mi preoccuperei è diluire gli sforzi, bilanciare la fatica e tenere tutti sul pezzo. E di Inzaghi ci possiamo fidare. Il fatto che poi si faccia una miglior figura contro Rodri e De Bruyne rispetto a Pessina e Dani Mota, boh, a suo modo la trovo una cosa affascinante. Forza Inter.

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6 risposte a Essere sul pezzo

  1. Lothar scrive:

    Primo !

    E mo’ leggo

  2. Enzo Primo scrive:

    Secondo!
    E mo’ leggo!

  3. Enzo Primo scrive:

    Terzo!
    E mo’ rileggo!

  4. Lothar scrive:

    Leggo e concordo col riesame di Settore, ça va sans dire,
    ma ora testa e cuore sull’imminente derby, pare che quest’anno non ci sarà il tempo per sedersi su nessun tipo di alloro.
    Recuperiamo i recuperabili e speriamo di andare in campo con la giusta tensione, pare che il nason advizor abbia caricato i suoi a palla i suoi in una sorta di ultima spiaggia.
    Con la testa giusta sono tranquillo, siamo superiori, e anche se é un derby non temo i cuginastri.
    Vamos Inter

  5. Cipe64 scrive:

    Per i nerd della tattica

    youtu.be/7N0UZm9V3sk?si=ry5dblczZCWZ7YTK

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