Maggio 2010-maggio 2020: quanti ricordi, non basterebbe un libro (st. 1, ep. 10)

(ma no dai, in realtà uno basta)

Stagione 1, episodio 10

(città del nord capoluogo di provincia, Fase 2, interno giorno o notte, boh, caldo umido, cioè come al solito)

(continua)

Senti, ti hanno definito il Nick Hornby delle nutrie.

Scusa, chi?

Tu.

No, intendo: che mi ha definito il Nick Hornby delle nutrie?

Ah. Io. Dai, facevo per dire.

Beh, comunque mi piace. Cioè, le nutrie sono quello che sono, ma Nick Hornby è indubbiamente un riferimento. Lui in Fever pitch ha raccontato la sua vita da tifoso dell’Arsenal, io in Il Triplete è merito mio racconto quattro mesi da tifoso interista. Ci sta anche come proporzione. Confesso anche di avere riletto il suo libro per entrare nel mood di quello che volevo raccontare io. Per accorgermi, comunque, che nel mood c’ero già. Del resto Nick Hornby lo siamo un po’ tutti.

Raccontami una tua cosa un po’ alla Nick Hornby.

Te ne racconto una che non è nel libro e non riguarda l’Inter. Sardegna. Vacanza al mare, in appartamento. Per guardare i mondiali mi ero portato il televisore da casa (teneva un terzo del bagagliaio). 3 luglio, alle 16,30 c’è Italia-Francia, quarti di finale. C’è grande attesa, sfida ai padroni di casa. Dopo pranzo, accendo la tv per guardare il Tg3 delle 14,20.

Interessante. Puoi venire al dunque?

Pigio sul pulsante dell’accensione…

…e?

Pum! Un lampo nello schermo, poi il buio. Il televisore muore.

No!

Mancano due ore all’inizio della partita. Panico. Afferro il televisore tipo Incredibile Hulk e lo carico in macchina. Vado al paese più vicino. Sembra di essere in Messico, non c’è in giro un anima e ci sono 50 gradi. Noto un negozio che forse, dico forse, potrebbe fare al caso mio. Apre alle 15.30. Aspetto, perdo alcuni chili. Arriva un omino, gli spiego il problema, mi dice che il mio televisore sembrerebbe irreparabile, e comunque non potrebbe ripararmelo al momento. E che al limite me ne vende uno nuovo.

E tu?

Accetto. Gli lascio il mio rotto, porto via quello nuovo, più o meno uguale, pagato forse un po’ troppo.

Non avevi scelta.

No. Corro a casa, sistemo televisore, antenna, tutto. Accedo, funziona. Sono le 16,25. Inni nazionali, partita. Perderemo ai rigori.

Fine storia triste.

Sì.

(10-continua)

COMUNICAZIONI DELL’AUTORE. La fase 2 di questo libro è iniziata. Nella sua versione cartacea è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.  Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio e siti del genere o, se volete darvi un tocco internescional, nientemeno che su Barnes&Noble e BajaLibros.com. Se proprio non ce la fate (e io vi capisco) potete scrivere all’editore, alla mail giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che vi dà tutte le info e il libro ve lo spedisce anche (dietro pagamento, immagino. Ma non sono affari miei, io scrivo e basta, adoro queste forme di snobismo intellettuale).

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7 risposte a Maggio 2010-maggio 2020: quanti ricordi, non basterebbe un libro (st. 1, ep. 10)

  1. Oannes scrive:

    Primo! Come sarà l’Inter! AMALA

  2. TOTO scrive:

    Secondo.
    Come……sarà un’altra squadra.
    Sticazzi quale.
    A M A L A

  3. TOTO scrive:

    Certo che le nutrie sono proprio brutte.

  4. rocco vargas scrive:

    ma tu, settore, scrivi molto meglio di nick hornby. e non sto né adulando né scherzando.
    poi il campione della scrittura calcistica, semmai, è tim parks.

  5. Gubella scrive:

    grande settore.
    certo che fare sacrifici inenarrabili per guardare i “savoia”…mica sono l’Inter!

  6. marco scrive:

    Era un venerdi’. Io quella partita non l’ho vista. In quel periodo lavoravo a Napoli e quindi facevo il pendolare settimanale lunedi’ venerdi. L’ho ascoltata alla radio: penso il fischio di inizio che ero ancora Campania, il rigore di DI Biagio che scheggia la traversa alla uscita di Civitanova Marche ..

  7. Lothar scrive:

    Nemmeno io guardai quel Francia Italia.
    Volendo esser più preciso, é dall’avvento di Maldini padre in panca, con presidenti Figc quali Carraro, Matarrese, mezzi giocatori tipo Giannini e compagni, per poi proseguire con allenatori che iniziavano a guadagnare miliardi (Il Sacchi) e così via.
    Ecco, voglio dire che la nazionale ha iniziato a perdere purezza, significato per me, mi é proprio uscita dal cuore.
    Nemmeno il mondiale in Germania mi ha realmente entusiasmato, nel mio intimo so bene che senza la sciocchezza di quel pirla di Zidane molto difficilmente l’avrebbero persa, ci facevano tremare anche con un uomo in meno.
    Concordo con Gubella quindi, mai mi sarei portato una tv in vacanza per vedere i mondiali.
    Senza volerti minimamente criticare Sector, questo sia chiaro.
    Veder le 11 maglie della beneamata, e quelle della nazionale, per me é da 40 anni una cosa completamente diversa!
    Anzi quest’ultima non la guardo nemmeno più.

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