
Sono un feticista del ciclo. Oddio, detta così suona piuttosto male. Ok, chiariamo: non c’entra (copincollo da Wikipedia) (ora farò la donazione di 2,65 euro, come farei senza) la menofilia – o menstruofilia -, cioè la parafilia consistente nell’eccitazione sessuale maschile nei confronti delle donne nel loro periodo mestruale. No dico, come avete solo potuto pensare una roba del genere? Di me? Intendevo solo dire che amo dividere la stagione dell’Inter in cicli, tutto qui. Di solito approfitto delle pause per la nazionali per creare la discontinuità, oppure raggruppo una serie di partite particolarmente difficili o importanti. E così vado avanti a cicli, mini cicli e maxi cicli finchè la stagione finisce e inizia per ma il ciclo della disintossicazione (va bene per qualche settimana, poi ricomincia l’astinenza) (vabbe’, son problemi complessi).
Ascolta “Radiologia è nel seminterrato” su Spreaker.
Ieri è iniziato per l’Inter un micidiale ciclo di 9 partite in 29 giorni, dal 30 marzo (Udinese) al 27 aprile (Roma), passando per Milan, Parma, Bayern, Cagliari, Bayern, Bologna, Milan, una serie di partite tutte decisive per qualcosa da giocarsi ogni 3-4 giorni. La cosa bella è che sei (vabbe’, una sarebbe in trasferta) sono a San Siro e tre fuori casa. La cosa brutta (in realtà emozionalmente parlando è bella anche questa, allora no, diciamo spaventosamente eccitante) è che a) ci giochiamo la Champions contro una squadra fortissima; b) ci giochiamo la Coppa Italia contro una squadra ridicola contro cui quest’anno non ne abbiamo azzeccata una, e c) ci giochiamo il campionato contro una squadra che in questo breve lasso di tempo, 29 giorni appunto, giocherà quattro partite meno di noi.
Dopo la Roma, il nostro calendario prevede una settimana buca (nel senso che si giocherebbe normalmente il sabato o la domenica in campionato contro il Verona sempre a San Siro (una rara coincidenza di sette partite su dieci nello stesso stadio, il nostro). Ma se per caso (se maschi, potete toccarvi i coglioni) (si chiama pallofilia) dovessimo passare il turno col Bayern, la due semifinali si giocherebbero il 29/30 aprile e il 6/7 maggio, allungando a dismisura la serie della partite giocate ogni tre giorni dal 30 marzo all’11 maggio, una cosa ai limiti della Convenzione di Ginevra.
Ma a questo eventualmente penseremo a tempo debito. Il ciclo attuale – vista la durata e l’importanza lo definirei ciclone – è iniziato bene. Benissimo nel primo tempo, un po’ meno bene nel secondo, ma non ci si deve più formalizzare sul come e sul perchè: abbiamo vinto (dando spettacolo finchè ne abbiamo avuto voglia e testa) e il resto sticazzi. Vale la pena ricordare che quel popò di primo tempo – sembravamo il Brasile di Zico e Socrates – l’abbiamo fatto senza Lautaro, Barella, Bastoni e Dumfries, una circostanza che dovrebbe darci una bella botta di autostima. Hanno segnato due non-titolari, Sommer è tornato a fare miracoli. E’ andata così, cioè bene. Avanti la prossima.
La prossima è il Milan. Più che dei conti da regolare (quelli ci sono sempre) ci sono delle gerarchie da ristabilire e qualche solenne minchiata da dimenticare. Io alla Coppa Italia ci tengo. Io tengo a tutto. Forza Inter, diamoci dentro, poi tutti alle Maldive e vaffanculo*.
* (Maldive un cazzo, c’è il Mondiale per club. Ma non diciamoglielo, magari si sono dimenticati)
(nell’angolo Podcast, giunto nel frattempo all’episodio #117, io e il mio socio Max attendiamo sempre i vostri vocali al numero dedicato Whatsapp 351 351 2355. Cosa ci dovete dire? Quello che volete. Se riuscite a stare nel tema – l’Inter, il calcio, la vita – va bene. Cioè, si gioca ogni tre giorni, siamo dentro a tutto: vi mancano gli argomenti? Se non ci riuscite, va bene lo stesso. Chi siamo noi per impedirvelo?
(il podcast, oltre che su Spreaker – il cui player trovate qui sul blog – lo potete ascoltare anche su Spotify, Audible, Apple Podcast, Google Podcast e tutte le principali piattaforme. Non lo trovate? Prendete appunti – non è difficile – : scrivete “Settore” o “interismo moderno” nell’apposito campo e per incanto vi apparirà. E’ la tecnologia, bellezza, e non possiamo farci niente)