Orsù, cerchiamo di far fruttare queste insostenibili pause per le nazionali. Per esempio, rileggiamo con calma la classifica della Serie A. C’è un dato che spicca per quanto riguarda l’Inter. Anzi, per essere più precisi, un non-dato. L’Inter non è prima in classifica, ok, ce ne siamo accorti. Non è la squadra che ha vinto di più (noi 7 su 12, ma Napoli, Atalanta e Lazio 8). Non è la squadra che ha perso di meno (noi, Fiorentina e Bologna 1, ma la Juve zero, è ancora imbattuta). Non è la squadra che ha segnato di più (noi 26, uno in più di Lazio e Fiorentina, ma 5 in meno dell’Atalanta, 31). Non è la squadra che ha subito di meno (noi 14, ci sono cinque squadre che hanno fatto molto meglio e una curiosamente è l’Empoli, che finora ha subito 10 gol e tre glieli abbiamo fatti noi). Insomma, non spicchiamo in nessuna delle cinque cifre fondamentali (e in due siamo fuori dal podio). Quindi la domanda brutale è: siamo stati mediocri finora (7-4-1)? E quella ancora più spaventosamente brutale è: siamo mediocri?
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Diciamo intanto che questo campionato è molto più livellato degli ultimi due (se questo implichi un’aumentata mediocrità generale boh, potremmo discuterne a lungo). Al Napoli quest’anno bastano 26 punti per essere capolista, mentre l’anno scorso l’Inter ne aveva 31 (10-1-1, avevamo perso col Sassuolo) e lo stesso Napoli due anni fa ne aveva 32 (10-2-0). L’anno scorso la Juve era seconda con 29, cioè tre più del Napoli primo quest’anno. Due anni fa il Napoli era già in fuga ma la seconda (Atalanta, 27) aveva un punto più dell’odierna capolista e il Milan (26) con gli stessi punti del Napoli di oggi era terzo. La cosa più sconvolgente, piuttosto, è che in quel disgraziato campionato che per mesi ci ha tenuti sull’orlo dell’#inzaghiout (prima che sbocciassimo in Champions, certo) l’Inter era sesta con 24 punti, cioè uno in meno di quelli di oggi, frutto di un 8-0-4 che ci aveva fatto diventare, noi tifosotti, ciclotimici come Cossiga (avevamo perso con Lazio, Milan, Udinese e Roma) (però avevamo vinto a Sassuolo).
E’ un campionato equilibrato o livellato (verso il basso, cioè mediocre)? Di sicuro, è un campionato strano. Inter e Juve sono state in fondo le più regolari (e anche un po’ mediocri: la Juve ha pareggiato metà delle partite), il Napoli ha perso la prima e ha fatto un punto nelle ultime due, ma in mezzo ha fatto 8-1-0. Le altre sono partite tutte male e poi sono esplose: l’Atalanta ha perso 3 delle prime 6, le seconde 6 le ha vinte tutte; Fiorentina e Lazio hanno vinto 7 delle ultime 8, nelle prime 4 la Fiorentina aveva fatto 3 punti e la Lazio 4. E così, tra piccole fughe e mini-rimonte, adesso sono tutte lì, sei squadre in due punti.
Ma delle altre ci frega il giusto. Torniamo al domandone: siamo mediocri? Beh, se lo siamo stati è evidente che, visto che siamo tutti lì, anche gli altri hanno commesso i loro peccatucci (per non parlare del Milan che ha vinto solo 5 partite su 11 e ne ha già perse 3) e quindi, con 26 partite ancora da giocare, forse è più giusto dire che il campionato non è ancora decollato. Noi abbiamo perso meritatamente un derby mozzarellesco, abbiamo orrendamente graziato la Juve (rinunciando a rifilarle una sconfitta epocale), pareggiato con il Napoli sbagliando un rigore e pareggiato con due delle ultime quattro della classifica. Se tutto questo ci costa solo il primo posto della classifica per un punto, mi verrebbe da dire che no, non moriremo tutti.
Sopravviveremo, dunque, ma dovremo darci una mossa. Cosa non ha funzionato nell’Inter è arcinoto. Nelle quattro partite seguite a quella folle con la Juve abbiamo preso solo un gol, prendiamolo come un buon segno (forse addirittura ottimo). Poi abbiamo bisogno che gli uomini-chiave stiano bene e finora non è mai stato così, tra infortuni vari e la latitanza di Lautaro che io voglio cogliere come un fatto positivo: se siamo arrivati fin qui (al netto dei calcoli vari, secondi in campionato e secondi in Champions) praticamente senza Lautaro, quando ce l’avremo sarà una pacchia. Quando questa cazzo di pausa sarà terminata, ci aspettano 8 partite in un mese esatto (tra il 23 novembre e il 23 dicembre) che saranno un nuovo banco di prova: ce ne sono di tutti tipi, facili e difficili, con tre trasferte importantissime (Fiorentina, Lazio, Leverkusen). In questa strana stagione, l’importante sarà restare sul pezzo: facciamola diventare una gara a eliminazione.
(nell’angolo Podcast, giunto nel frattempo all’episodio #86, con il mio socio ex aspirante pensionato (ora effettivamente in quiescenza), il mitico Max, attendiamo sempre i vostri vocali al numero dedicato Whatsapp 351 351 2355. Cosa ci dovete dire? Quello che volete. Se riuscite a stare nel tema – l’Inter, il calcio, la vita – va bene. Se non ci riuscite, va bene lo stesso. Vi ricordiamo che l’attualissimo tema “Pavia e gli 883 visti da vicino” resta attualissimo, appunto. Come anche il tema che moriremo tutti.
(il podcast, oltre che su Spreaker – il cui player trovate qui sul blog – lo potete ascoltare anche su Spotify, Audible, Apple Podcast, Google Podcast e tutte le principali piattaforme. Non lo trovate? Prendete appunti – non è difficile – : scrivete “Settore” o “interismo moderno” nell’apposito campo e per incanto vi apparirà. E’ la tecnologia, bellezza, e non possiamo farci niente)