Uno squalo di nome Wanda

wanda
Questo pezzo l’ho scritto per Il Nero e L’Azzurro
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Come accade per i figli in certi inesorabili passaggi della vita (“Fa l’università? Sembra ieri che era all’asilo”), non ci siamo ben resi conto – pur avendola davanti agli occhi quasi tutti i giorni – del preciso momento in cui Wanda Nara si è trasformata da amor de mi vida a procuratrice plenipotenziaria di Maurito Icardi, il di lei marito e il di noi capitano. Sembra ieri, appunto, che faceva duke face a nastro o i selfie dal terrazzo vista stadio o le foto in sala parto, in una deriva social che un po’ ci infastidiva ma un po’ ci piaceva, se non altro perchè la Wanda è una donna di un certo livello e Maurito pure – un uomo, un calciatore, si intende – e la telenovela “Anche i Maxi piangono” aveva un suo morboso perchè.
Come ce la ricordavamo, la Wanda Nara? Faceva la moglie e anche la madre, la pin up, la biondona da area riservata, la donna navigata che svezza il suo Maurito senza influire – i numeri parlano chiaro – sul suo rendimento. Anzi, moltiplicandolo: in virtù di quella condizione virtuale e legge non scritta (si è sposato, quindi è tranquillo) che potrebbe non trovare applicazione se la moglie è una gnocca spaziale, e invece sì.
Il problema – per noi – è che Wanda non si è limitata a proporsi come procuratrice (è donna adulta, faccia ciò che vuole). Saltando alcuni passaggi formali e concettuali, si è direttamente trasformata in una versione femminile e ossigenata di Raiola. E lo ha certificato via Twitter, il suo mezzo preferito. Laddove in un tempo molto recente giravano solo foto dei suoi perizoma e di quello statuario lettone che vale il Cud di noi comuni mortali, negli ultimi giorni abbiamo assistito all’esibizione social di una novella procuratrice raiolizzata fino al midollo. Che getta sassi, nasconde mani, lancia messaggi, semina zizzania, sparge cifre e – addirittura, roba giusto concessa a gente ultrasgamata – fa il prezzo.
La questione è seria ma non grave, e va affrontata con il giusto realismo e senza isterismi da tifoso tradito. Sarebbe da sciocchi ignorare che Mauro Icardi è un giocatore che ha mercato, in tutti i sensi: lui non farebbe la minima fatica a trovarsi una nuova squadra e l’Inter ne ricaverebbe un sacco di soldi. Un uomo, una plusvalenza. O penserete di farne una uguale, senza offesa, con Nagatomo?
Che ci siano squadre che vogliono Icardi, in fondo, non serve che ce lo dica Wanda: lo immaginiamo. E immaginiamo pure che a Maurito non dispiacerebbe andare in una squadra che magari fa la Champions, e magari lo paga il doppio. Non è mica un fachiro.
Detto questo, non vorremmo che il raiolismo della procuratrice Nara avesse oltrepassato il limite di guardia già al suo primo incarico. Il ritocco al contratto, la scelta del proprio futuro, il prezzo del cartellino non li decide solo la famiglia Icardi. No, insomma: ci sarebbe anche l’Inter.
Icardi poi non è uno qualunque. E’ il capitano, è il cannoniere, è il pezzo migliore nel rapporto qualità/età/prezzo. Qualsiasi decisione lo riguardi, sarà una decisione importante. E va bene tutto, Wanda, ma non bastano quattro tweet a mettere i paletti.
Dopodiché la nuova figura professionale di Wanda – prima donna al mondo a transitare dallo stato di soubrette a quello di procuratrice di mariti calciatori – che ci piaccia o no va rispettata. L’Inter se la veda con lei, com’è giusto che sia se ha il mandato di Maurito. Ci riempiamo la bocca sulla parità e le pari opportunità, e poi storciamo il naso se Wanda si emancipa, mette il tailleur e va a trattare lo stipendio del marito? No, davvero, che brutte persone siamo?

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3 risposte a Uno squalo di nome Wanda

  1. Davide scrive:

    L’art. 643 del codice penale stabilisce la reclusione da due a sei anni e una multa da 206 euro a 2.065 euro per il reato di Circonvenzione di persone incapaci. Quale è il signor Nara.

  2. essemmemme scrive:

    Maurito non deve essere un vero e proprio genio.
    Ancorché eccellente calciatore nel ruolo più ambito e meno ricco di scelta (forse solo dopo quello dei registi), fino ad oggi aveva aperto la bocca poco e segnato molto.
    Ha solo poco più di vent’anni e il suo visetto da sbarbatello, insieme alla suddetta capacità di metterla dentro, gli è valso il perdono per quei pochi episodi in cui si è leggermente inalberato (tra l’altro scusabili anche solo pensando al gran casino che contraddistingue la telenovela Inter degli ultimi anni).
    Insomma, gli si poteva anche concedere una certa fiducia sulle doti caratteriali ed intellettuali in ragione del fatto che il suo lavoro lo ha fatto sempre sopra i livelli della sufficienza ed anche oltre, nonostante lo sguardo vagamente ebete (caratteristica che deve piacere alla Wanda, visto che anche Maxi “Becco” Lopez non scherzava per questo) e certe vicende infantili documentate puntualmente e dettagliatamente sui social.
    Ma “la Wanda” (già il nome a me evoca figure di meretrici d’altri tempi, per non dire della sorella che si chiama Zaira!) non l’ho mai digerita con facilità.
    A parte il fatto che abbia ancora un posteriore abbastanza sodo (anche questo da lei documentato quasi con stizza sui social con foto adeguate) non mi pare nemmeno ‘sta gran donna.
    Per esaurire l’argomento fisico a me la Wanda evoca sesso più o meno come la Simmenthal (tanto per restare in tema di manzo/a argentino/a).
    Il problema è semmai quando se ne esce con dichiarazioni che suonano un po’ come “noi non vorremmo andarcene perché siamo molto affezionati all’Inter ma che l’Inter almeno ce ne renda (monetariamente) merito!”.
    Come il ragazzino che dicesse ai genitori “Mamma, papà, vi voglio molto bene ma per favore, datemi testimonianza del vostro apprezzamento per questo amore aumentandomi significativamente la paghetta: in caso contrario vorrei essere dato in adozione”.
    Per farla breve, se sei attaccata ai soldi, almeno non ci prendere per i fondelli con improbabili questioni sentimentali.
    Fai l’imprenditrice e basta.
    Invece la Wanda è l’ennesima testimonianza che il binomio donne-calcio è una miscela pericolosa.
    La Wanda sa il fatto suo e la sua stella polare sono i quattrini.
    In un mondo del calcio come quello di oggi non fa particolarmente specie ma alla signora Nara in Icardi (fu Lopez), qualche lezione di comunicazione farebbe bene.

  3. roberto reho scrive:

    Wanda e Zaira, è vero, hanno un che di Pasoliniano, veri nomi di battaglia e di battigia. Ma le somiglianze terminano qua, questa è uno squalo in gonnella, o meglio in tanga. Il giovane Icardi, come il povero Lopez, sono rimasti abbagliati dalle mature grazie della milfetta che, palesemente, frequenta l’ambiente calcistico esclusivamente per suo tornaconto. Il partner se lo sceglie in base alle potenzialità del suo cartellino, con Maxi Lopez ha puntato sul cavallo sbagliato, le è andata di gran lunga meglio con Icardito, che le ha permesso, tra l’altro, di fargli da procuratore. Prima o poi, è chiaro, lei l’obbligherà a lasciarla con relativo bagno di sangue per gli “alimenti”, ma intanto si sarà fatta un nome nell’ambiente.
    Signori, è nata l’erede di Rajola!

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