Maggio 2010-maggio 2020: quanti ricordi, non basterebbe un libro (st. 1, ep. 22)

(ma no dai, in realtà uno basta)

Stagione 1, episodio 22

(città del nord capoluogo di provincia, Fase 2, caldo, afa, insetti)

(continua)

22 maggio. Di cosa parliamo?

Comincerei da Gigi Simoni. Se n’è andato in un giorno strano, di ricordo festoso, di foto condivise, di interismo orgogliosamente allegro, o allegramente orgoglioso, quasi caciarone. Tocca sempre a noi questa miscela di dolce e amaro, anche in un giorno così. Per come era lui, non avrebbe voluto guastare nessuna festa. Avrebbe scelto il 21 o il 23.

Un uomo, un’ingiustizia.

Resta legato a quella mostruosità di Torino. Vide tutto il mondo, decise uno solo, come da regolamento. Decise l’unico al mondo per cui non era rigore. Mi aveva sempre colpito, rivedendo i filmati, l’indignazione di Simoni a bordo campo (anzi, un po’ dentro). “Si vergogni”. Usò il lei. Un signore. Un signore derubato di un sogno. Così come fu derubato di un sogno quando fu esonerato, in quel modo, da un altro signore come Moratti. Che di errori ne ha fatti tanti, per carità, ma in quel caso fu ingiusto, indelicato, fuori fuoco. Di fatto, l’unica cosa che non gli ho mai davvero perdonato. Uno strano corto circuito tra signori.

Parliamo del 22 maggio 2010?

Fu una giornata simpatica nell’insieme.

Sciocco.

No, davvero. Fu una giornata bellissima. A parte quando mi sono preso per 45 minuti – l’intero primo tempo – del “tifosotto occasionale di merda” da un ragazzotto della curva che cercava di organizzare il tifo e ci spronava come il sergente Hartman, quando tutti noi – gente normale – volevamo solo vedere la partita. Ma io il mio status da tifosotto lo rivendico. E anche da occasionale, chi cazzo se ne frega. Io non divido la tifoseria in base a queste coccarde virtuali, chi c’è sempre, chi c’è qualche volta, chi c’è mai. Conosco interisti totali che San Siro l’hanno visto solo in foto. O che magari abitano a mille km da San Siro e ci vanno una volta l’anno se va bene. Mai pensato che siano meno interisti di me. Che stronzata.

E quindi?

Il mio status da tifosotto mi fa dire che fu una giornata perfetta. Passeggiare per Madrid mischiato ai tedeschi, in armonia perfetta, ognuno con la sua maglia, tra visi sempre sorridenti, fu bellissimo. Le trasferte non sono quasi mai così, come atmosfera dico. Io ci andrei a Roma, Napoli, Firenze, Torino a passeggiare con la maglietta di Milito. Ma non ci vado.

Se si perdeva, col cazzo che era perfetta.

Io ricordo distintamente questa sensazione. Stavo così bene, stavamo tutti così bene che a un certo punto pensai che era impossibile tornare a casa senza la coppa.

L’avranno pensato anche i tedeschi.

E’ il calcio, bellezza.

Scusa, perchè il curvaiolo ti ha insultato solo 45 minuti?

Perchè a fine primo tempo, con i coglioni girati nonostante l’1-0, prendo dallo zainetto il telefonino e vedo che mi ha scritto Mauro, con cui avevo trascorso tutto il giorno a Madrid prima che ognuno prendesse la strada verso il proprio posto. Ho aperto pigramente l’sms, pensavo mi avesse scritto tipo “Oh, hai visto che gol? Li inculiamo ‘sti crucchi. Viva l’Inter!”.

E invece?

E invece mi scrisse “C’è un posto libero vicino a me, vieni?”.

Questa è magia. Il mio corpo è percorso da brividi, giuro.

Fu un segnale, un segnale preciso. Quanti posti liberi ci saranno stati al Bernabeu? Lasciai l’amico curvaiolo a insultare i miei colleghi tifosotti e cambiai emisfero. Prima ero in curva, dietro la porta, un po’ spostato a destra del palo destro. Raggiunsi Mauro nel mio nuovo posto, un po’ spostato a sinistra del palo sinistro.

E lì, nel nuovo posto, si è compiuta la storia.

Quando Milito ha messo a terra Van Buyten con una mossa alla Don Lurio, era già gol. Non so come spiegartelo. I due-tre secondi successivi li ho trascorsi nell’attesa di poter iniziare a esultare ufficialmente. Quando ha tirato, il pallone era esattamente nella direttrice della mia visuale. L’ho visto venire verso di me. Incidentalmente, c’era la rete in mezzo. Sennò mi sarebbe arrivato tra le braccia.

Racconta.

Niente. Gaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. Mi sono trovato in mezzo a gente mai vista, in un gradone che non era il mio, senza più sciarpa, zaino, un cazzo. Mi ero spostato di alcuni metri, ma non ricordo come. Ero avvinghiato a gente mai vista prima, che urlava gaaaaaaaaaaaaaaaaaa. Poi ho ritrovato tutto al mio nuovo posto, qualche metro sopra. C’era Mauro, c’era il suo amico, c’era la mia sciarpa, c’era il mio zaino, c’erano ancora 20 minuti più recupero da giocare. Ma ormai era tutto chiaro, era fatta.

Bello?

Bellissimo.

Senti, mi spiace che finisce qui questa serie dedicata al Triplete. Mi ci ero quasi affezionato.

Purtroppo debbo andare avanti. Ho una coda di foto dei lettori con il libro. Una pazza dell’Oltrepo Pavese, amica di Er Pomata, ha bullizzato tutto il paese e costretto decine di persone a fotografarsi con “Il Triplete è merito mio”. Solo con questi arrivo a giugno inoltrato.

Non so cosa dirti.

Nemmeno io.

(22 – continua)

COMUNICAZIONI DELL’AUTORE. L’amico F., uomo di grande saggezza e di corrispondente talento, per inseguire un momento di notorietà costringe la figlia ad aiutarlo ad allestire una installazione che Christo al confronto è Giovanni Muciaccia. Non ho parole. Notare anche la mia opera quasi omnia, con “Il Triplete” in formato ebook. Io mi sono limitato a inoltrare la sua mail al Moma di New York, quando nel dopo Covid un posticino a questa cosa, fossi nel direttore, la troverei, al posto di una di quelle cagate di cui non si capisce un cazzo. Questa, invece, è Arte.  Visto che mi tocca andare avanti, se volete anche voi partecipare a questa simpatica iniziativa, mandate la vostra foto a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese vi ringrazierà. Ok, ora le info di servizio. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e ora anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere o, se volete acquistare in lingua inglese, nientemeno che su Barnes&Noble, se volete acquistare in lingua spagnola BajaLibros.com e se volete acquistare in lingua portoghese Fnac.pt (cioè, se mi arriva un ordine da Setubal muoio felice). Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio – uomo efficiente se ce n’è uno, ed è pure interista – vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. E’ il mercato, direbbe Keynes).

(“Scusa, non per farmi i cazzi tuoi, ma il libro come va?”. Mah, arranca)

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10 risposte a Maggio 2010-maggio 2020: quanti ricordi, non basterebbe un libro (st. 1, ep. 22)

  1. TOTO scrive:

    Chi abita a 1000 km e a San Siro ci va una volta l’anno.

    Presente (a volte anche due o tre, se va di lusso).

    R.I.P. Gigi.

  2. Lothar scrive:

    Ciao Gigi,

    hai allenato il Fenomeno,

    l’unico Ronaldo, grazie!

    Grazie di esser sempre stato soprattutto

    una grande persona.

    Ciao Gigi

  3. Grigio57 scrive:

    L’unico lato brutto oggi è Gigi Simoni.
    Buon riposo, Gigi.
    Grazie di tutto.

    (grazie anche a te, Sect, ma oggi un po’ meno)

  4. Teresa scrive:

    Io sono tra quelli che San Siro (fino ad ora) l’ha visto solo in foto, e a Madrid ci sarei andata anche a piedi, ma avevo un validissimo motivo che mi ha trattenuto: si chiama Matteo ed è nato due settimane dopo quella serata magica, il mio personale quatriplete. Ma credo con cognizione di causa che anche nella mia pancia le urla (Militooooo) le abbia sentite, eccome…

  5. Er pomata scrive:

    Episodio 22…non poteva esserci altro numero. E la UEFA con Simoni la vincemmo nel 1998: 22 anni fa.

    • Giorgio scrive:

      …E potevano essere almeno 22, gli scudetti.
      Riflettevo su quello del ’61 ( esordio di Mazzola ) : 2-0 all’Inter revocato…
      Poi lo spareggio obbligato col Bologna (con i punti tolti e poi restituiti)…
      Lo scudetto del compianto Simoni (e l’arbitro Ceccarini che frequentava il mio stesso barbiere)…
      il 5 Maggio… 🙁
      Va be’…arriviamo alla svelta ai 22 in cassaforte e non ci pensiamo più.

  6. Lucky scrive:

    voglio pensare che ci sia qualcosa di romantico che accomuna la scomparsa di Mister Simoni alla ricorrenza della nostra Champions, del nostro Triplete … qualcosa di unico, qualcosa da Inter.

  7. Intersempre scrive:

    Te ne sei andato, in punta di piedi, il 22 maggio, 10 anni esatti dopo il Triplete…non è un caso, Simoni resterai una delle immagini più care nel cuore degli interisti.

    Un grande dolore per chi ha incarnato i valori per i quali amiamo la squadra con colori del cielo e della notte, quella dei fratelli del mondo, quella del primato della rettitudine e della lealtà prima di ogni altra cosa, valori che fanno sì che i grandi trionfi dell’INTER siano per i suoi tifosi qualcosa che fa venire veramente i brividi…

    GIuseppe
    GIacinto
    GIgi…

    GRANDI INTERISTI…sarete sempre accanto a noi.

  8. Enzo scrive:

    Un mio amico di fede neroazzurra, ogni tanto quando parlavamo di Mister che hanno allenato la nostra squadra, ogni tanto mi chiedeva: “dimmi un pó ma, tra Simoni e Maurinho, quale dei due ti è rimasto nel cuore?”.
    Chiaramente se leggevo il “palmares” di entrambi, il risultato era impari, ma il mio affetto sportivo è stato sempre per Gigi.

  9. Pablo scrive:

    Buongiorno a tutti e grazie a Giorgio che ha sinteticamente riassunto le ruberie subite nel corso degli anni. Io avrei ricordato anche il ’67 che non mi è mai andato giù, comunque speriamo di ripartire quanto prima con le nostre vittorie senza ombre.
    Qualcuno si ricorda l’episodio del licenziamento di Simoni cui fa riferimento Settore?
    Amala.

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