Maggio 2010-maggio 2020: quanti ricordi, non basterebbe un libro (st. 1, ep. 19)

(ma no dai, in realtà uno basta)

Stagione 1, episodio 19

(città del nord capoluogo di provincia, Fase 2, interno notte, tempo di merda, con tutto il rispetto)

Con la maglia nerazzurra, da sinistra, Settore, Mauro e Roni. Gli altri sono del Bayern

(continua)

19 maggio. Oh, di che parliamo stasera?

Stasera parliamo di amore.

Dio mio, ho creato un mostro.

No, parliamo di amore. E di Inter. Di amore per l’Inter. Di storie a lieto fine. Di cuori e di passioni. Una cosa così commovente che al confronto “I ponti di Madison County” è un cinepanettone.

Tzè. Sentiamo.

Allora, ti devo parlare di Roni. E’ un tipo che leggeva il blog e che ho conosciuto di persona allo stadio prima di Inter-Cska. Lo racconto nel libro. C’era anche Mauro, e – tu guarda il destino – proprio con loro due mi sarei ritrovato meno di due mesi dopo a Madrid, in plaza Mayor, a fare le foto con i tifosi del Bayern. Roni è un tipo molto simpatico e molto interista che di primo acchito mi ha ricordato quelle comparse dei film sulla rivoluzione francese, indifferentemente soldato o rivoltoso, una faccia così, da comparsa di un film francese. Anzi, facciamo così, te lo presento. Vieni, Roni.

Piacere, signor Roni.

R.: Roni, molto lieto. Che tempo di merda, eh?

S.: Allora, il nostro amico Roni venerdì si sposa.

Nè di Venere nè di marte…

S.: Lascia perdere. Si sposa venerdì perché è il 22 maggio.

No, dai. Lei è così invasato?

S.: Roni, racconta. Tu siediti e ascolta. Siamo a livelli altissimi.

R.: Ok, buonasera a tutti. Allora, il 22 maggio 2010 la sveglia suona alle 4,30. Non avevo dormito un cazzo, ma in realtà penso di non aver più dormito un cazzo dalla semifinale di Barcellona. Sapete, ero teso. Il campanello suona alle 5,30, scendo, si parte per Malpensa, si parte per Madrid.

S.: (sospiro)

Ma la smetti? Sembri una lettrice di Harmony.

R.: La nostra organizzatrice dell’agenzia viaggi, Mara, mai vista prima, ma alla quale al telefono, all’atto della prenotazione, avevo promesso la maglia con Mourinho che indica “Zero tituli” (quelli del Milan, della Roma, della Juve, eheh) da indossare per la finale, ecco, mi appare in tutto il suo splendore. E come direbbe John Belushi (nato il 24 gennaio come me e come mio figlio, sì, anche lui lo stesso giorno): “Ho visto la luceeeeeee”.

S.: Che romantico. Che uomo.

R.: Sul pullman non ho occhi che per lei. Sull’aereo, dove distribuiscono i posti in ordine alfabetico, ci ritroviamo seduti accanto. I nostri cognomi erano uno dietro l’altro nell’elenco. Anzi, a dire il vero c’era uno in mezzo, che però ha preso un altro volo.

S.: Ah, il destino.

Cazzo, la pianti? Hai gli occhi a cuore.

R.: Arriviamo, e via per le strade di Madrid. In plaza Mayor incontro Settore e gli altri. Panino, birra, foto. E poi andiamo al Bernabeu. Dove i biglietti…

S.: … li avevano distributi in ordine alfabetico…

R.: … e mi ritrovo Mara seduta vicino. E lì, nel primo tempo, succede una cosa.

Tipo che al gol di Milito ne approfitta e, nel descrivere lo schema con cui Mourinho aveva disposto la squadra, confida a Mara un certo interesse del tutto spassionato nei suoi confronti?

R.: No. Io ero doppiamente stravolto, un po’ per Mara e un po’ per la tensione della partita. Non so se vi ricordate quando Robben, sotto la nostra curva, sfiora il gol.

Come no.

R.: Ecco. E’ lì che lei, non io, LEI, mi dà un bacio, forse più per compassione che che per amore, visto quanto stavo soffrendo. Io non avrei avuto il coraggio, ma LEI…

(applausi)

R.: Grazie. Il resto è storia. Siamo insieme da 10 anni, abbiamo fatto un figlio. E ci sembrava giusto e doveroso sposarci il 22 maggio.

S.: Cioè, ti rendi conto? Il 22 maggio 2010 sei uscito di casa che eri un cazzone qualunque e sei tornato a casa fidanzato. E con la Champions.

E il matrimonio? Come fate con questa merda di lockdown o fase 2, vabbe’, sono uguali?

R.: Eh, niente, avevamo organizzato una bella festa in un ristorante con un giardino esagerato. Peccato, ma la faremo nel 2021. Intanto ci sposiamo, la data va rispettata. Una cosa ridotta, senza nemmeno i nostri testimoni “veri”, ne fermeremo un paio a caso. E’ interista anche il sindaco che ci sposerà. Che ha promesso che l’anno prossimo verrà al ristorante con la maglia di Zanetti e simbolicamente, nel giardino esagerato, ci risposerà con i nostri testimoni e con tutti i nostri amici. Forza Inter!

Cos’hai?

S.: No, niente… mi è andato del gel igienizzante negli occhi.

Questa storia è fantastica. Come si chiama il bimbo?

R.: Samuel. A parte che il nome ci piaceva di suo, a Madrid ce n’erano in campo due: Walter Samuel e Samuel Eto’o.

S.: (singhiozzando) Ti prego Ronie, non dire altro.

Grazie signor Roni. Auguri e figli… ops, niente, avete già provveduto.

R.: Beh, non è che potevo aspettare dieci anni. Anche la carne ha le sue pulsioni naturali.

Porca troia, eravamo partiti con dei post seri sull’Inter e al diciannovesimo giorno sembra di essere dalla Panicucci.

S.: L’Inter è un sentimento, ricorda, un sentimento. Qualcuno ha 17-18 fazzoletti?

(19 – continua)

COMUNICAZIONI DELL’AUTORE. Le foto dei lettori che mostrano al mondo il prezioso volumetto arrivano copiose in redazione (cioè alla mia mail). Questa proviene da Caronno Pertusella, una delle dieci maggiori mete turistiche italiane. E. è artista e precettore di giovani artisti: questo conferma la superiorità culturale di noi interisti. Mi confessa che, causa Inter, ha rischiato almeno una decina di volte il divorzio. E io solidarizzo con la signora: E., amico mio, con tutta la buona volontà, vederti perennemente davanti alla tv per le partite o in giro per casa, mascherato, con quattro libri in mano metterebbe a dura prova la pazienza di chiunque. Se volete anche voi partecipare a questa simpatica iniziativa, mandate la vostra foto a r.torti@gmail.com e tutta una filiera in crisi per questa merda di virus cinese vi ringrazierà. Ok, ora le info di servizio. Nella sua versione cartacea il libro è presente in libreria a Pavia e Voghera, le due città più importanti del mio piccolo mondo, ed è in vendita on line su Ibs.it e ora anche su Libreria Universitaria, LaFeltrinelli e Unilibro. Poi c’è la versione eBook che è disponibile tipo su Ibs, Amazon, Mondadori Store, Kobo, Libreria Universitaria, Librerie.Coop, Hoepli, Il Libraccio, LaFeltrinelli, Rizzoli e siti del genere o, se volete acquistare in lingua inglese, nientemeno che su Barnes&Noble, se volete acquistare in lingua spagnola BajaLibros.com e se volete acquistare in lingua portoghese Fnac.pt (cioè, se mi arriva un ordine da Setubal muoio felice). Infine, se proprio non ce la fate (e io vi capisco, anzi, vi ammiro per la vostra resistenza: ma lasciatevi andare, vivaddio!, si vive una volta sola) potete scrivere direttamente all’editore, giorgio.macellari@alice.it , e ricevere soddisfazione: nel senso che Giorgio vi spiega la rava e la fava e il libro cartaceo ve lo spedisce anche in un batter d’occhio (dietro pagamento, immagino. Ma non sono affari miei, io scrivo e basta, tutto il resto è noia).

(“Come va il libro?”. “Massì, benino”)

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9 risposte a Maggio 2010-maggio 2020: quanti ricordi, non basterebbe un libro (st. 1, ep. 19)

  1. Oannes scrive:

    Primo! In marcatura stretta…

  2. Oannes scrive:

    Ora ho anche letto.. Grazie omonimo per aver condiviso la tua storia privata. La custodiremo con cura e gelosia, come solo gli interisti sanno fare. Niente strombazzi, nessun urlo. Solo Gioia, pura come il silenzio, brillante come un focolare. La Gioia cge resta dentra e ti alimenta perché va oltre la vittoria e la sconfitta.
    E una carezza a Samuel, immaginandolo vicino alle mie due piccole pesti a fare colazione quelle mattine che vogliono vedere il video di PAZZA INTER cantando con me.

  3. Enzo scrive:

    Naaaaaaaaa! Non ci posso credere!

  4. Lothar scrive:

    Onore a Oannes Primero ,
    e grazie Roni, che marvelous history!!!

  5. Roni scrive:

    Grazie Sett!

    Mi hai scaldato infinitamente il cuore come quando in Inter Roma del 27 Aprile1980, all’88mo minuto, Mozzini con la sua ciabattata ci regalava il 12mo scudetto.

    C’ero anche allora a S. Siro, proprio dietro la porta, insieme a tal Crippa Massimo (interistissimo e mio coetaneo) poi diventato calciatore del Toro (ha segnato anche un gol contro i gobbi), del Napoli e del Parma.

    C’ero anche a Roma il 5 Maggio 2002, ma questa è un’altra storia…

    E grazie a tutti gli interisti, a tutti i lettori del blog, a tutti quelli che mi conoscono (non li posso salutare uno ad uno eh…), grazie alla mia mamma ed al mio papà che non ci sono più, ma che mi hanno fatto orgogliosamente Interista e che da lassù mi guardano insieme al grande Peppino Prisco e al grande Giacinto Facchetti, grazie anche a loro!

    La storia continua, di sogni ne abbiamo tanti, calcisticamente parlando e non.

    Ricordate: i sogni ci danno la forza per andare avanti, non li accantonate mai!

    Ad majora!

    Vostro Roni

    P.S. Opto per la faccia da rivoltoso

  6. Giorgio scrive:

    Buongionro.
    Venerdì mattina rivolgerò, come penso faranno moltissimi altri, i più sinceri auguri a Roni ( e signora Roni ) per il loro – e un po’ anche nostro – bellissimo giorno.
    Però stamani lasciatemi dire che mi sono arrotolato dalle risate…
    Non sono certo una specie di Brad Pitt, anzi (altezza penosamente normale, capelli neri…un “nibecorto”, ecco…), ma dalla prima foto del post mi risuonava in mente l’archet…no, lo stereot…insomma il solito refrain degli italiani nerissimi e dei tedeschi più alti, più grossi e più belli, se non che (mi piace scriverlo staccato) :

    1) il primo tedesco da sx mi ricorda uno di quei tipici attori americani che fanno la parte di uno zelante funzionario delle imposte.

    2) Il secondo (sempre da sx) ha raccattato una maglietta del LR Vicenza e sta imitando un noto uomo politico italiano di un partito particolarmente forte nel Nord Italia.

    Ma la vera sciccheria è il tavolino, ragazzi. Se l’erano portato da Monaco (o da Vattelapesken), oppure questi vanno in giro per il mondo con l’équipement de table nello zaino ? Ahahahahahahahah…!

    p.s. : vado PAZZO per Plaza Mayor. Ogni volta che càpito a Madrid ci vado, immancabilmente… La volta che sul Paseo della Castellana rischiai di litigare con Valdano…Ma questa è un’altra storia 🙂

  7. denny scrive:

    Giorgio, il fatto che tu abbia litigato (o rischiato di) con valdano è un tuo ulteriore merito. Personaggio arrogante e viscido che scrive libri in cui si atteggia a nobile difensore dell’etica nel corrotto mondo del calcio, permettendosi pure di attaccare il Vate di Setubal, neanche fosse un chiellini qualunque… che poi il real madrid è sempre stato la gobba di spagna, anzi d’europa

    • Giorgio scrive:

      Mah… Avrai anche ragione, per carità, però posso dire che come giocatore mi piaceva. Parecchio.
      Vederselo lì – ad un passo – è stato emozionante, per un provincialotto come me.
      Vedere la bellissima fidanzata dell’epoca è stato anche meglio, ve lo posso assicurare 🙂
      Lo sguardo minaccioso che Valdano mi ha lanciato, dopo la seconda volta che mi ha beccato a sbirciare la ragazza, sommato al fisico ragguardevole che lo sosteneva…NON è stato invece granché piacevole 🙁

    • denny scrive:

      Immagino… che poi anche questo episodio corrisponde all’idea che mi sono fatto. Come giocatore lo ricordo negli anni 80 quando il real ci eliminava regolarmente, erano bravi x carità, lui sanchez, butragueno, ma quando si andava al bernabeu si sapeva già che l’ambiente, e soprattutto l’arbitraggio, sarebbe stato di un certo tipo…

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