La partita non l’ho vista, rimarrà un buco nero parzialmente riempito dagli highlights. Ho avuto una domenica intensa e l’Inter non ci stava neanche a spingerla, ma ero tranquillo: contro una squadra un po’ incompleta e un po’ demotivata (giusto il pepe al culo di una teorica implicazione nella lotta per non retrocedere, dove però ci sono parecchie squadre sotto e parecchio più scarse) mi ero già segnato mentalmente il più tre, il quarto posto servito su un piatto d’argento, il round a favore della Roma (sempre a più 5 ma con una partita in meno da giocare) ma noi diligentemente attaccati ai loro zebedei.
Macchè.
Ora, al netto di arbitri-fenomeni e di attaccanti avversari modello Nureyev, per noi parlano le cifre e l’atteggiamento. L’atteggiamento petaloso e mozzarelloso del secondo tempo, già visto e stravisto nel magico 2016 (14 partite di campionato, 5 vinte, 4 pareggiate, 5 perse: e dove vorresti mai andare?). E le cifre, tipo queste, appunto.
E le cifre avulse.
Le prime sette della classifica si sono staccate dalle altre. Dobbiamo ancora affrontare il Napoli per chiudere il cerchio, e il Sassuolo all’ultima giornata. Ma col Sassuolo abbiamo già giocato nel magico 2016, ultima di andata. Inter-Sassuolo 0-1, Milan-Inter 3-0, Juve-Inter 2-0, Fiorentina-Inter 2-1, Roma-Inter 1-1.
Un punto (e due gol) in cinque partite.
Lasciamo perdere la Coppa Italia, che ti capita di andare a fare una partita spensierata a Napoli e la vinci, e poi – dopo una tranvata galattica – ti capita di giocare nella migliore condizione possibile con la Juve (0-3 all’andata, sei fuori al 99,9%, cazzo te ne frega?) e a momenti fai l’impresa del decennio. Lasciamo perdere. In campionato parlano le cifre, e le cifre ti inchiodano.
Ti inchiodano alla tua assenza negli appuntamenti decisivi (è proprio un problema di profilo). Ti inchiodano al quinto posto, che magari diventerà quarto, chissà, e che speriamo non diventi sesto. Ormai siamo lì, in questo limbo numerico che è lo stesso limbo estetico e di personalità in cui ci dibattiamo da tre mesi e mezzo. Il brutto è che ti arbitrano male, te ne cacciano fuori due così, abboccano ai tripli tolup, e tu non hai un tubo da ribattere. Alla fine è così e basta: quinto e non più (di) quinto.

